LASCIATEVI TERRHORRORIZZARE

Cieco, Sordo e Muto : Lorenzo Lepori porta il Suo Personale Lovecraft al pubblico [RECENSIONE]

Articolo a cura di | Alessandro Pesce

“David è uno scrittore visionario afflitto dalla triplice menomazione di essere cieco, sordo e muto. Concluso un accordo per scrivere il suo ultimo libro in un albergo dove sono accadute cose spaventose, vi si reca con i suoi assistenti Simona e Pio. In cerca di ispirazione, David entra in contatto con la misteriosa entità che un tempo era venerata dove ora sorge la villa, una divinità oscura e malefica in grado di manipolare le menti degli uomini e forse anche la materia della realtà. David cerca di contrastare l’energia malvagia che spinge i suoi assistenti alla follia, ma non è in grado di combattere i poteri insondabili dell’altrove.”

Nella forma delle arti troviamo sentimentalismi espressi nei modi più variopinti; chi interpreta i propri sogni e li trasforma in dipinti, musica, letteratura e cinema e chi, invece, riproduce fedelmente quegli squarci di vita in un modo talmente reale da pensare che, forse, tutta la finzione generata dal cervello tanto irreale non è o (in fin dei conti) non lo è mai stata. In questa precisa categoria troviamo un uomo, nato a Providence nella parte finale del 1800; un artista capace di rendere concrete le paure, portandole ad uno stadio percepibile e quasi tattile, con una semplicità tanto impressionante quanto scorrevole e diretta : Howard P. Lovecraft è l’emblema del reale irreale. La sua influenza ha sconvolto l’immaginario della letteratura Horror attraverso una miriade di sottogeneri poco definibili ma che hanno sempre voluto convergere ad un indirizzo “spaziale” inesplorato dall’uomo. Non intendiamo l’uomo come natura fisica; Lovecraft concede l’opportunità di viaggiare nel tempo alla fantasia dell’uomo stesso; Un concetto che eleva la materia e mette in gioco gli angoli più oscuri del cervello. L’energia della vita (o della morte) non rimane fossilizzata sul terreno, ma vaga per quel piccolo miglio cercando una via di rientro alla dimensione di provenienza, stazionando in modo quasi spaesato per cercare una forma solida fatta di carne e ossa per una sorta di congiunzione. L’anima è il motore nascosto dove paure, gioie e tutte le emotività prendono una direzione più o meno precisa, basando le azioni sotto una conseguenza non spesso compresa dai più; o forse cicatrizzata sotto aspetti non appartenenti a questi Mondi. Nasce da questa voglia di esplorare l’inesplorato l’ottimo prodotto di Lorenzo Lepori : Cieco, Sordo e Muto; un lavoro (forse non dei più ispirati di Lovecraft) che percorre la via di quello spirito vagante, dando libero sfogo ad interpretazioni del tutto personali che, forse, avvalorano ancora di più il racconto Omonimo del 1924 e portando un marchio indelebile su di una firma Registica in continua crescita.
Ad affiancare il regista, in fase narrativa, troviamo la sapiente penna di Antonio Tentori (Un gatto nel cervello di Lucio Fulci; Dracula 3D di Dario Argento etc. etc.) offrendo al pubblico una precisa collocazione oscura su cui posare gli occhi. Ogni atmosfera profuma di quei Mondi neri come l’infinito dello Spazio, riportando alla memoria un lugubre passaggio cimiteriale dove neanche al tempo è concesso movimento, creando una sorta di paralisi dove lo spettatore sarà impossibilitato a distrazioni. Il film, che ricorda in modo davvero importante, uno sceneggiato gotico “video” (come i famosissimi sceneggiati Rai trasmessi negli anni 70) ricalca quell’inconfondibile “tratto” di Lovecraft tanto irregolare quanto scorrevole, attraverso una direzione attoriale sempre “in focus” sul personaggio, osando quando la necessità lo richiede e mettendosi a nudo quando lo sguardo si concentra su altri dettagli, svegliando la coscienza umana sotto una luce che potrebbe confondere i meno preparati all’imprevisto. Lorenzo Lepori mette l’occhio del pubblico nella sua precisa posizione, senza diritto di replica, dando quella sorta di tortura dove non è possibile reagire; Assorbire tutto il male senza la minima possibilità di poter essere d’aiuto : lo spettatore deve fare lo spettatore e osservare il male agire nei modi più infidi possibili. Tutto il reparto fotografico risulta attento a queste sottigliezze che ramificano la storia dentro giochi mentali tanto perversi quanto pericolosamente concreti alla propria comparsa, sterzando sui generi con grande disinvoltura e regalando piccoli momenti di puro terrore attraverso cornici quasi oniriche dove “l’altrove” riesce a conquistare il mondo corrente. I riferimenti letterari sono ovviamente posti come piccoli ester egg e non ci si limita, appunto, al singolo racconto di riferimento, ma intervalla ( e qui la precisazione di “Libero Adattamento”) sequenze provenienti dal classico ciclo di Cthulhu o addirittura “L’ombra Venuta Dal Tempo” e/o “Alle Montagne della Follia“; insomma un vero percorso tra gli spazi immaginari dove è possibile perdersi per sempre e dove le paure si nutrono di fantasie per non morire.

Il film, interpretato da David Brandon (Deliria di Michele Soavi, Le foto di Gioia di Lamberto Bava, La casa 5 di Claudio Fragasso, Caligola la storia mai raccontata di Aristide Massaccesi) , Simona Vannelli, Pio Bisanti, Nazarena Di Bella e Rossella De Luca mischia tutta la rabbia dell’inquietudine dentro uno spirito che brilla di luce propria e che, nonostante i vari cambiamenti, rimane fedele alla sua origine e godendo dell’esclusività di portare per la prima volta a video questo racconto non tanto noto alla grande massa accompagnati dalle profonde musiche originali di Federico Giammattei, Marcello Simini & Alessandro Michelini.

-BUONO- Secondo il Nostro Particolare Metodo di Valutazione in HORROR STAB-

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