Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“In un piccolo paese ogni abitante vive la propria quotidianità senza farsi troppe domande e noncurante della scomparsa di alcune donne, finché un giorno qualcuno li metterà di fronte alla possibilitàà che si possa trattare di brutali omicidi seriali. Da quel momento la paura si farà strada e ogni equilibrio vacillerà. Per raggiungere la verità negata tanto a lungo, i protagonisti si troveranno a perdere molto più di quanto si possa immaginare.”
Dopo un periodo di Silenzio, la compagnìa L/D Production rientra nel suo Habitat Naturale : Il Cinema. Dal 2 Febbraio è infatti nelle sale Hidden “Verità Sepolte”; un film che fa della costruzione un terreno tanto vivo quanto profondamente crudo e ricco di tematiche sociali. Un Opera che non fa sconti alla realtà e che porta il pensiero dentro il sentimentalismo più macabro, attraverso vertici di pazzia e disturbi compulsivi esasperati (ed esasperanti). Roberto D’Antona conduce il pubblico con grandissima eleganza e gentilezza dentro il lato più nascosto dell’Inferno, tenendogli la mano e sussurrando consigli su dove posizionare il passo, per poi lasciarlo al proprio percorso in modo da esplorare (in solitaria) la crudeltà del più pericoloso istinto umano. La Maglia di Ferro della Produzione non dimostra segni di cedimento e/o punti deboli; la forza di questo Team risiede proprio nell’unione quasi a conduzione familiare, affidando i precisi ruoli ai “parenti” più adatti. In questo lavoro, però, non primeggia nessun “character”; quel che cattura la vista, per un pubblico già instradato al cinema “dei” D’AntRusso (per usare una terminologia “Fashion Social”) è quello spiccato senso di maturità nella gestione degli stessi, portando a schermo la voglia di volersi mettere in secondo piano e offrire l’assist vincente al compagno meglio posizionato davanti alla porta. Il regista di Taranto riconosce il suo “Groucho” (riportando al suo Trillo del Diavolo) nella figura di Francesco Emulo, concedendogli tutte le cupe luci da protagonista e, con fortissimo altruismo, confermando la capacità di aver portato la scelta più adatta alla funzionalità della storia. Emulo, dal canto suo, trasforma questa fiducia in carica emotiva e porta a casa la sua miglior interpretazione (ad oggi) , prestandosi ad un’azione basata sulla pura crudeltà senza sbavature e/o alla concessione di interventi sarcastici (posizione dove l’attore ci ha abituati) dando al pubblico la dose necessaria di pazzia senza un briciolo di rimorso. Hidden confina il proprio Thriller dentro un qualcosa che va oltre questa stessa definizione, inserendo un arco narrativo suddiviso in più strati caratteristici e spezzando la storia dentro due strade capaci di intricarsi su di una comune via d’uscita : dalla ricerca della verità da parte della tenace scrittrice Nadia (Annamaria Lorusso), alla vita quotidiana della coppia Gaia & Martin (Giulia Mesisca e lo stesso Roberto D’Antona); storie apparentemente lontane tra loro ma vicine per la grammatica delle vicende. Le prove attoriali sono sempre ben focalizzate e non presentano cali, anzi, proprio questo lavoro distribuisce una meno “ricercata” teatralità sul reparto di recitato, prestando una fedeltà scorrevole all’azione: micro espressioni e piccoli interventi con qualche ricamo di commedia accompagnano la tensione in modo non troppo pressante. Chiaramente queste scelte sono confinate in Frame specifici e questo ne denota la voglia di voler dare qualcosa di Impatto ma senza abusare troppo della sua serietà. Scelta che palesemente è farina del sacco dello stesso regista e della sua passione verso Opere come Evil Dead o il Cinema Tarantiniano; lavori che fanno della tensione un’arma ,si, carica ma che, dall’altra, riesce a stemperare gli animi con qualche piccolo sorriso acido. Hidden tramuta la tensione anche in dispiacere e, come già citato, offre anche temi importanti come quello della sofferenza, dell’abuso, dell’insanità mentale, della gestione di ripresa, dell’infedeltà,della minoranza e del lutto, affondando le mani su diversi piani senza sentire il peso di una necessaria spiegazione : tutto è offerto da situazioni di vita (purtroppo) vissuta e contestualizzate in una contemporaneità ancora attuale; rendendo questo racconto un ‘entità ferocemente reale. L’aspetto visivo è curato nel più piccolo dei dettagli e, grazie all’utilizzo di macchine da presa in altissima definizione, ci si trova davanti ad un qualcosa (specialmente le sequenze paesaggistiche) di spettacolare. Quando l’armonia sul set è parte attiva della Crew i risultati sono evidenti e Hidden dimostra che il collaudo del motore ha ripagato tutte quelle ore di sonno perse per regalare al pubblico un motivo di visione. L/D Production matura opera dopo Opera e questa distribuzione cinematografica è figlia di tutti questi sforzi; pensata per raccontare qualcosa nella propria maniera e capace di fare scelte coraggiose senza il bisogno di quel narcisistico sguardo dentro la camera. Roberto D’Antona ha imparato tanto dal suo cammino e si sta facendo strada senza guardarsi troppo intorno : segue il proprio ritmo rafforzando la muscolatura delle gambe e, con grande spirito di volontà, incassa ogni sguardo cieco tramutandolo in elettricità.
Hidden renderà felici i Fans del Thriller più puro e, anche giocando a carte scoperte fin dalle scene iniziali, riuscirà a regalare attimi di tensione a quell’inesorabile cammino verso il terreno bruciato che porta ai cancelli dell’Inferno. Un Opera Chimicamente Esplosiva e Ricca di Macabra Adrenalina.
DAL 2 FEBBRAIO AL CINEMA :