Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“All’età di 17 anni uccise due persone. Da allora ha sempre cercato di lottare con il suo istinto da assassino, provando a reprimerlo e controllarlo in ogni modo. Ma il profondo senso di vuoto interiore è una belva altrettanto crudele quanto il suo istinto omicida. Finchè un giorno, uno dei due, prenderà il sopravvento sull’altro ed una scia di sangue e morte si scatenerà senza pietà.”
Dalle caldissime interiora di DigitMovies, la collana Spasmo Video ci porta dentro le radici della violenza targate Sebastian Radtke. Il film, inedito (fino ad ora) nel Nostro territorio, arriva con una fortissima carica di cattiveria, tipica del Torture Porn di stampo ottantiano, portandola ai giorni nostri (pellicola datata 2009) e arricchendola di una componente poliziesca, capace di rendere l’intero prodotto un marchio originale e scorrevole. Sadisticum è una corsa dentro la follia di una mente provata dall’incapacità di relazionarsi con il prossimo, stanca del rifiuto e specialmente vendicativa verso una società incapace di soddisfare le più atroci fantasie che il male può generare. Il protagonista di questo racconto
(interpretato da Christian Wewerka) si accomoda dentro una sorta di rinascita non programmata, dove i disturbi del passato (placati per gran parte della propria vita) riemergono dalle viscere del proprio inferno come un lungo sogno bruscamente interrotto. Questa sorta di squarcio dalla normalità viene inflitto da un’aggressione quasi banale che si rivelerà essere la chiave di accensione della valvola di perversione, riportando a galla tutto il sapore del peccato ed elevando la storia dentro un intricato viaggio di sangue e torture. Ogni frammento dei crimini commessi in giovane età tornano prepotentemente al presente, nascondendo ogni falso buonismo e dando al mondo una rappresentazione concreta dell’arte del dolore attraverso vere e proprie lezioni scolastiche. Il tema ovviamente è tutto tranne che teorico e il protagonista avrà finalmente il proprio piccolo palcoscenico per aspiranti serial killer (o semplicemente squilibrati mentali) dentro un’aula che puzza di sangue e rabbia. Tutto quello che il regista tedesco mette in scena è dare profondità alle oscure sensazioni dell’uomo, annegando con forza ogni frame dentro azioni al limite dell’umano, portando a video macabre sequenze di amputazioni e con l’intenzione di disturbare anche lo spettatore più “navigato”. Operazione abilmente portata a termine anche grazie a interpretazioni attoriali efficaci e sempre concentrate nei rispettivi ruoli, dando all’opera una sorta di Continuity alla vita di tutti i giorni, MA con un tocco di “estremo” tipico del genere. Chiaramente bisogna andare diretti alla consapevolezza di un genere non semplice ad un pubblico mainstream : Sadisticum è pura violenza; rappresenta la specifica veduta della tortura come forma d’arte e non si mette limiti nel portarlo a schermo attraverso inquadrature dettagliate e, quasi sempre, con macchine a mano. Altro fattore decisamente interessante è posto proprio sulla scelta di un taglio video quasi in 4:3, dando un senso quasi etereo alla struttura narrativa. Il film sembra ricalcare l’ideologia di un incubo ad occhi aperti, nascondendo il bene e innalzando solo il buio di un cervello completamente macchiato dalla rabbia, estrapolando solo lo stretto necessario per investire il pubblico di un pensiero tanto profondo (nella sua follia) quanto lontano dalla realtà. Gli effetti visivi, ovviamente, si affidano al romanticismo dell’artigianato old school dei B-Movie quasi come religiosa tradizione di fedeltà e rispetto verso i classici dello splatter, sporcando ogni ambiente di girato e sfruttando quel senso di anarchia che ha reso intramontabile proprio lo specifico sottogenere. Sadisticum non è il classico Film che porta a video solo ed esclusivamente brutalità senza capo ne coda; racconta un percorso preciso e lo condisce con una trama che, se pur semplice, riesce a mantenere costante l’attenzione dello spettatore.
Un film sicuramente sorprendente che regala attimi di adrenalina e che non allenta la pressione dell’acceleratore fino ai titoli di coda.