LASCIATEVI TERRHORRORIZZARE

Eldorado : La Lugubre Lavagna della Ricerca [RECENSIONE]

Articolo a cura di | Alessandro Pesce

“Una grotta, un libro misterioso e una donna che custodisce il mistero. il viaggio di un uomo, sulle orme dei suoi predecessori, alla ricerca dell’oro alchemico.”

Spesso volontariamente frainteso, non del tutto capito e anche additato dal e nel panorama del pubblico perbenista, il cinema di Domiziano Cristopharo riesce sempre a far parlare di se con una grandissima forza d’urto. Quando qualcuno riesce a mettere in evidenza il senso DEL genere, disegnando una provocazione scomoda (ma pur sempre contestualizzata dentro parentesi specifiche), si innalzano le voci di quei personaggi capaci solo di pestare i piedi su determinate piattaforme di ultima generazione, unendo come unica fonte il solo senso distruttivo, incuranti del fatto che il cinema possa rappresentare varie forme di sostanza, portando al pubblico le crude realtà raffigurative, in tutti i propri schemi. Eldorado fa parte di uno schema ben preciso, in cui la ricerca sfonda quasi la quarta parete e scrive un poema che, nella propria crudeltà visiva, riesce ad arrivare alle menti poco offuscate da un indottrinamento cinematografico “mainstream”, dando un fortissimo risalto alla narrazione al passo con le scritture dell’indipendenza. Il racconto si muove seguendo pochissimi ,ma incisivi, scambi di battute proprio per il tipo di solitaria visione della propria anima, offrendo, con il solito grande senso del gusto, un brano On The Road che sfiora il pensiero Lovecraftiano, fatto di Universi inarrivabili e credenze Mitologiche evocative, sotto le calde luci dell’ isola Gran Canaria, capaci a propria volta di voltare le spalle al cristallino riflesso del sole, dando uno spettrale ed inquietante occhio sul dualismo introspettivo. I protagonisti e i tempi di girato si mischiano su intervalli narrativi, ruotando e capovolgendo la storia come un qualcosa di ciclico, ricamando la drammaticità di un qualcosa di fin troppo grande per essere preso senza perdere qualcosa o, ancor peggio, riuscire ad arrivare alla meta sacrificando parte del proprio “io”. Eldorado è un misterioso viaggio di frequenze, esplorato sotto un cammino non semplice, fatto di sacrifici e combinazioni non del tutto fortuite dove il male riesce a nascondersi sotto falsi sorrisi, incurante del sapore della vita : tutto si svolge per una precisa formula di ricerca spirituale, dettata da tradizionali usanze caratteristiche, forti di sapienza ed esperienza. Questa formula è offerta, a caro prezzo, da un’Anziana del posto; Forte di custodire una sorta di guida per uno spazio dimensionale poco terreno; portando le menti dell’uomo ad una curiosità che va oltre la vita. Ogni personaggio viene caratterizzato solo attraverso il linguaggio del corpo, in cui i dialoghi sono ridotti all’osso e dove l’aspetto visivo gioca l’unica carta che conta : quella della comprensione intellettiva. Cristopharo è bravo nell’esporre questo tipo di carta e si diverte a stupire il pubblico con interventi simili a contorni di un’aurea sempre presente ma mai evidente. Così come la collocazione del reparto audio; Anche in questa circostanza si tende a ritmare gli avvenimenti con l’intelligente utilizzo dello spazio ambientale, non macchiando la pellicola di poco necessari interventi musicali: Il film racconta un’esperienza di viaggio quasi in solitaria e, come giusto che sia, la totale assenza di colonne sonore adatte a riempire gli spazi vuoti di una mente portata al senso di cammino. Tutta la grammatica del racconto è un esperienza mistica verso un sentiero portato alla rovina dall’eterna volontà dell’uomo di una conoscenza appartenente alle radici dell’universo. Questa sorta di metafora verso l’ingordigia di sapienza viene ampiamente avvalorata da un cast capace di stare al proprio posto nel momento opportuno, servendosi delle lenti della camera come specchio di vita e portando a schermo un quadro elaborato con maniacale precisione.

Un Film sicuramente forte ma anche più pacato del solito che riassume tutta la poesia cinematografica dell’espressione di Cristopharo.

-OTTIMO- Secondo il Nostro Particolare Metodo di Valutazione in HORROR STAB-

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