Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Gran Bretagna, anni 20 del XX secolo. Anton Phibes, famoso organista ritenuto morto per un incidente d’auto, è in realtà sopravvissuto rimanendo orribilmente sfigurato. Nascondendosi nella sua grande villa, e truccandosi con parrucca e maschera in lattice per avere sembianze umane, trama per vendicarsi dell’equipe chirurgica che, secondo lui, avrebbe causato la morte dell’amata moglie durante un intervento. Comincia così una catena di delitti pianificati secondo l’ordine delle bibliche Piaghe d’Egitto.”
Gli anni d’oro dell’Inghilterra (cinematografica) Gotica han generato una vastità di pellicole incantevoli; Periodo in cui la Hammer Production portava, al proprio seguito, capolavori letterari trasformandoli in veri Cult senza tempo. Dalla regia di Robert Fuest, infatti, la volontà di prendere in eredità quanto di buono raccolto dalla celebre casa del gotico, sviscerando un opera malinconica a cavallo tra il macabro di stampo classico e il Giallo degli anni 60, unendoli in una formula tutta propria e dettando i remi del comando al grande Vincent Price. L’immortale “ultimo uomo sulla terra” è il faro che indirizza il cammino dei protagonisti di questa particolare storia d’amore, organizzando un inseguimento al passo con il thriller più “old school” del termine e portando la propria incredibile esperienza su di un campo tanto noto quanto ancora poco esplorato. L’abominevole Dr Phibes chiude, nella propria meravigliosa sfera, un’insieme di giochi sentimentalisti organizzati da una sapiente regia, capace di inquadrare con grande precisione ogni frame, arricchendola con pirotecnici effetti luce che danno un valore aggiunto all’Opera. Scotland Yard torna di gran prepotenza all’interno di un finto Horror, spostando la concentrazione dei brutali omicidi su di un genere “poliziesco” che non può non intrigare anche grazie all’ausilio di una grammatica che non si prende estremamente sul serio e che condisce un umorismo d’altri tempi davvero geniali. Mentre il pericoloso Killer agisce sotto precise sequenze bibliche, l’ispettore Trout (interpretato da Peter Jeffrey) e il Dr Vesalius (Joseph Cotten) passo dopo passo cercano di scoprire chi si cela dietro questi omicidi, creando una vera e propria caccia all’uomo. Ogni situazione di inseguimento è amplificata da serrate inquadrature calibrate al millimetro, lasciando senza fiato lo spettatore maniaco del dettaglio attraverso una fotografia competente e attenta, dando non solo una profondità estetica, ma rendendo credibili anche situazioni surreali . Ovviamente il talento di Price non si discute e, anche in questa occasione, conferma di essere un gradino sopra ogni altro figurante del racconto: La poca eleganza esecutiva nel suonare l’organo a canne risulterà essere, paradossalmente, un poetico labirinto emotivo, dando al film un sapore quasi struggente e nella quale l’empatia nei confronti del folle assassino è quasi giustificata. Solo i poeti del cinema riescono in tale impresa e Vincent Price è sicuramente uno dei padri fondatori di questa precisa categoria d’arte. L’abominevole Dr. Phibes viene ispirato da molteplici recinti e scuole di pensiero letterario /cinematografico, riuscendo a mescolare l’elasticità dinamica di Agatha Christie dentro uno spartito emerso direttamente dalle ceneri de “Il Fantasma Dell’Opera” riuscendo nell’impresa di mantenere le distanze pur nonostante gli evidenti riferimenti, senza il minimo sforzo, anzi, orchestrando un qualcosa di originale e di fortissima ispirazione per le generazioni successive : dalla musica Rock (Who, Misfits, Angel Witch ect.) per arrivare al cinema (la saga di Saw su tutte) e addirittura sul Nostrano Dylan Dog (celebrazione dei 30 anni del fumetto con copertina del grande Stefano Cardoselli); ma non solo; tante le figure di spicco che, nel corso della loro carriera cinematografica han distribuito parole al miele per questo piccolo pilastro : personaggi quali Tarantino e Rob Zombie non hanno mai nascosto l’amore per questa pellicola. Tutti questi piccoli, ma rilevanti, fattori sono figli di un qualcosa di unico nel suo genere e per questo scolpito nella roccia della grande montagna dei capolavori del cinema di Genere. Grazie alla nuova versione rimasterizzata in HD sarà possibile apprezzare ogni minimo particolare, così come il reparto Audio; ristrutturato in modo lineare alle nuove frequenze senza picchi di “medi” e con una stabilità costante in modo da mantenere fedeli sia i movimenti circostanziali, sia i dialoghi dei protagonisti e anche dei momenti musicali colmi di una follia grottesca. L’abominevole Dr. Phibes è un viaggio guidato dentro la mente di un uomo completamente perso nel proprio destino, pronto a suonare il proprio requiem per un amore perso in vita ma eterno in morte.