Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Nel 1985, in Inghilterra, la censore cinematografica Enid si imbatte in una produzione horror grottesca ma familiare. Decide di indagare sul passato, che riguarda la scomparsa di sua sorella.”
Disponibile sulla piattaforma Streaming Amazon Prime Video, il film segna l’esordio cinematografico della regista Gallese Prano Bailey-Bond; un film capace di mutare pelle e che fa, della narrazione, un compito tanto importante quanto fedele alla chiave di lettura necessaria all’andamento scorrevole dell’opera. A dettare i ritmi della trama troviamo la bravissima
Niamh Algar, abilissima nel reggere in solitaria tutte le vicende che man mano scorrono a video e che rendono questo Thriller una continua ricerca verso una soluzione non semplice da decifrare. L’Horror racconta L’Horror attraverso una collocazione temporale spietata e rigida, fatta di Censure e autorizzazioni pericolose nei confronti di una società spesso colpevole di una cecità tutt’altro che ragionata. Moltissimi fatti di cronaca nera han portato, infatti, il comitato della sicurezza nazionale ad istituire un ramo specifico per placare tali gesti : eliminare quante più scene cruente nelle pellicole di genere. Ecco nascere il ruolo del Censore Cinematografico. L’ abilissima attrice Irlandese copre questo compito con una maestria da veterana, nonostante la non proprio prolifica lista di pellicole da protagonista, dando libero sfogo a tutte le proprie doti, illuminando lo schermo senza dare punti di riferimento allo spettatore grazie alla propria pacatezza e senso del mistero. Quel che rende assolutamente imperdibile Censor è, per l’appunto, quel sentore di “un” qualcosa perennemente nascosto nell’ombra, pronto a ruggire nel momento meno atteso, offrendo in pasto al pubblico un senso di ansia difficile da debellare. La patinatura dell’immagine e i precisi tagli portano la mente esattamente nella metà degli anni 80; decade dove quella sorta di foschia e puntini impercettibili di una lente non del tutto definita, erano manifesto indelebile delle pellicole Horror & Thriller a cavallo tra la fine degli anni 70 e gli inizi degli anni 90. Il film fa esattamente questo, racconta un Mondo all’interno di un altro Mondo con quello stesso linguaggio e quel caratteristico senso visivo. Tale operazione riesce a catapultare lo spettatore dentro il racconto, rendendolo protagonista attivo e impotente; come una tortura alla quale non sarà sufficiente chiudere gli occhi. Spesso e volentieri infatti, la camera si stacca dai monitor di visione dei protagonisti e si sofferma su primi piani degli stessi, dando solo ed esclusivamente il senso dell’udito come unico appoggio per definire ciò che corre su quegli schermi : urla disumane, musiche caratteristiche e suoni quasi cacofonici lasciano intuire esattamente le manovre di sequenze presenti, facendo così capire NON SOLO l’andamento e il senso del Film, ma dando al pubblico una grammatica completamente inedita : il film non vuole raccontare o nascondersi dietro il semplice tributo al genere Horror, ma racconta, in modo quasi drammatico, ciò che ruota dentro la testa della Nostra protagonista. Il difficile passato di Enid (questo il nome interpretato da Niamh Algar) emerge dalle ceneri proprio da una di queste pellicole dell’Orrore, risvegliando ricordi lasciati ormai al passato e confondendo la realtà dall’immaginazione. Il Thriller, da qui in avanti, si mescola con uno Slasher “platonico”, svelando archivi nascosti nella mente di Enid : Alcuni frammenti del film “non entrate in quella chiesa” ricordano in modo fin troppo brutale la scomparsa della propria sorella, riconoscendone addirittura il volto e creando così la voglia di capire sempre di più del perchè il caso sia stato chiuso in modo fin troppo controverso e frettoloso. La spirale di tale curiosità porterà Enid a cercare maggiori informazioni sul cast e produzione. Se da una parte Censor segna una trama improntata sul genere Thriller, dalle seconda metà riesce a confondersi dentro una sorta di Reversal Slasher dove la regista si diverte a giocare con il MetaCinema creando un gioco dove i generi ruotano su loro stessi, capaci addirittura di rimodellarsi, in modo quasi Locevraftiano, in un entità assolutamente propria e indefinibile e generando un ennesimo cambio di tempi, forse più accomodanti, esposti nel puro Horror Psicologico con un finale adrenalinico, violento e completamente spiazzante.
Un esordio assolutamente esplosivo della regista Prano Bailey-Bond che segna, su tela, un piccolo gioiello capace di sorprendere anche lo spettatore (di genere) più esigente. Un film che grida al passato una difficile situazione sociale, ma che regala uno sguardo al futuro attraverso una complessità non esagerata ed estremamente funzionale.