Recensione a cura di | Alessandro Pesce
Sostanza e Narrazione sono combinazioni che per una buona riuscita di un prodotto video,che sia lungo,corto o medio metraggio ; devono per forza di cose andare di pari passo.
Molto spesso ci troviamo davanti a situazioni in cui queste prendono direzioni opposte e tutto il lavoro svolto assume quella scomoda piega di confusione alla quale la pellicola è costretta a subirne ogni conseguenza.
Il progetto Mildville nasce dalla fusione di due script lasciati in sospeso THE CRIMES HORROR REALITY e BLOODY NEWS, l’idea di base è quella del found footage a metà con le pellicole anni 80 .Le riprese sono iniziate dopo la metà di agosto per la durata di circa un mese a Tuscania, gli interni prevalentemente girati all’interno di una cantina in tufo di proprietà di uno degli attori nonché cantante della band locale dei METAL STORM :Giovanni Civitate.
“Il Caso della Belva del Plenilunio” (recensita positivamente in queste pagine) aveva accennato quel discorso che il Regista Andrea Maccarri ha fortemente ripreso in questo nuovo Cortometraggio.
Un prodotto,diciamolo subito,scarno di effettistiche e/o grossi movimenti di macchina; MA che sa fare della semplicità un arma su cui puntare con forza.
Così come nel caso passato,anche in questa occasione lo stile found footage è pesante e ricalca,con forse un pizzico di ridondanza,le stesse dinamiche,ma ciò non è un grandissimo punto a sfavore; anzi.
Ad avvalorarne l’efficacia,troviamo un dualismo naturale che potrebbe addirittura farne una sorta di concept di scrittura. Come quasi a far fronte di un sigillo stampato su una cittadina sepolta dai propri demoni e creature.
Creature, si, un termine non a caso …per l’appunto.
Lo spunto sembra proprio rievocare quelle fredde atmosfere del racconto breve di Lovecraft : The Unnamable; ma con un tocco di personalità che stupisce sulle battute finali…grazie al gioco registico che confonde lo spettatore. Si passa dalla situazione più scontata ed evidente…ad un retrofront a inversione di rotta che capovolge in maniera netta..la pellicola.
Non è tutto ora ciò che luccica però…e alcune battute di sceneggiatura disturbano non poco la normale visione. In particolar Modo i movimenti del Reporter che si occupa della descrizione degli eventi “storici”accaduti nella “casa degli orrori” : Nervosi,ossessivi e “poco composti” nei confronti dello spettatore di causa. Le scelte di audio differenti a seconda della locazione sono buone in parte e ci troviamo costretti a dover uscire mentalmente dalla trama per via di questo taglio drastico e violento.
Fattori che influiscono in maniera non del tutto positiva il corto, che, di per sè è buono e offre grandissimi spunti positivistici sui futuri lavori del regista.
Le luci ricreano quella cupa atmosfera di cui c’è bisogno in un Horror che si rispetti ,evidenziando tutta la passione per i film anni 80 che Maccarri non nasconde in nessun modo.
Le dinamiche,come abbiamo scritto in precedenza,scorrono in maniera fluida e ci lasciano con la curiosità di chi sa il fatto suo in materia di scrittura,volgendo alle battute conclusive con un piacevole retrogusto amaro: una male difficile da estirpare con l’abbandono del chiaccherio giornaliero. Tutto quel che non si sente nel corso dei decenni …non sempre è scomparso,anzi; nel caso specifico sembra essere più forte che mai.
Possiamo in oltre ritrovare molteplici spunti di “grido sociale” proprio per questo fattore.
In sostanza…un lavoro strutturato in maniera ordinata ma che si lascia trasportare dall’inesperienza del cast. Tutto nella norma,sostanzialmente,trattandosi di prodotto Indy/Underground.
Andrea Maccarri continua la sua strada su un genere e la mantiene in modo coerente con grandissime prospettive future,anche grazie all’assenza di prodotti di questo “metodo”, che fanno ben sperare in ottiche di seguito di massa. C’è bisogno di atmosfere di questo tipo.
In selezione ufficiale al FIPILI 2017
Categoria Vincent Dawn
Proiezione non in concorso alla prima edizione del SELVA NERA Fantastic Film Festival
Trailer :
STAB HORROR ITALY