Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Siamo alla vigilia di Ferragosto, a Torino. La città viene sconvolta da una serie di omicidi, che si svolgono nei luoghi in cui sono stati girati i film di Dario Argento. La polizia ha il sospetto che il colpevole sia uno studioso del maestro del brivido italiano. La caccia all’uomo è aperta.”
La pellicola mostra, fin dalle battute iniziali, un fortissimo segnale al cinema indipendente; Un potente ruggito che echeggia come un tuono per le fredde strade di una Torino vista, si, ma sotto un ottica di puro amore. Un sentimentale abbraccio verso il cinema autoriale di genere che torna con grande prepotenza ai giorni nostri. IL GENERE, esattamente quel tipo di pellicole che han fatto grande l’Italia grazie al contributo (per citarne solo alcuni) di Maestri quali Fulci, Margheriti, Lenzi, Martino, Bava e naturalmente Dario Argento. Proprio da quest’ultimo la pellicola fa presa per tutto il proprio affascinante cammino. Un lento e progressivo cammino fatto a propria volta (paradossalmente) di un ritmo frenetico e colmo di citazioni per veri cultori. Inquadrature precise e ben calibrate dentro luci accecanti che abbracciano la narrazione in modo educato e mai troppo riempitivo. Il grande dipinto messo in scena dal Regista è, come tradizione vuole, un gioco di inseguimenti polizieschi che tassello dopo tassello ci portano alla vera essenza dell’opera , senza però cadere “nel banale” nonostante la quantità impressionante di riferimenti (ovviamente voluti) che sintetizzano immediatamente la trama. Il racconto è articolato con grande eleganza e ordine, proponendo un perenne senso di Deja Vu che identifica su quale strada è orientato, lasciando lo spettatore dentro un vortice di emozioni quasi inedite, o meglio, probabilmente disabituato a tali scenari posti con questo gentile stile e senso di rispetto. Forse il termine “Rispetto” è quello che più rappresenta questo Onirica : un viscerale amore verso un tipo di girato che in un modo tutt’altro che velato ha influenzato la sceneggiatura e ne ha fatto un racconto proprio. La qualità delle immagini è di altissima fattura e spesso ci si imbatte a veri e propri quadri in movimento, grazie anche alle splendide ambientazioni che ripropongono scenari inquietanti dall’incantevole visione. Quello che però colpisce del lavoro di Luca Canale Brucculeri (con la fotografia di Mattia G. Furlan) è l’esigenza di avere un reparto attoriale in perfetta simbiosi con i propri characters. Il risultato, infatti, è un perfetto Headshot al pubblico famelico del classico “passo falso” su cui il cinema indipendente a volte inciampa. Fabio Rossini e la splendida Camilla Nigro sono il vero motore del racconto, offrendo una naturalezza recitativa davvero incredibile : qualsiasi tipo di vicenda che li vede coinvolti è portata sullo schermo con una disinvoltura quasi teatrale, garantendo, al prodotto finale, una realtà “possibile” davvero sinistra e lugubre. Fa quasi strano associare questo mix Oscuro di vicende ad una scelta stilistica di cromature brillanti, ma tant’è che non parliam di un prodotto di serie B, Onirica è Cinema puro che di Cinema vive e che IL Cinema merita. Azione, Mistero e contorti labirinti investigativi sono le componenti che riempono il film di quel fascino magico che solo il Grande Schermo può offrire. I dialoghi sono gestiti con le giuste tempistiche e i protagonisti, che spesso si scambiano il ruolo primario, corrono sopra interventi di “botta e risposta” anche quasi sarcastici, segno che Onirica si prende (ovviamente) si, sul serio, ma è anche capace di rimanere saldamente con i piedi per terra con tantissima umiltà. Questi piccoli frammenti di poesia espressiva vengono portati dentro un aurea ancor più sinistra grazie ad una colonna sonora e un reparto audio, in generale, davvero ben collocati. Giorgio Mirto, sue le musiche originali, elabora un recinto sonoro che riempe il film di quel perseguitante e malsano senso di ansia, specialmente nei momenti di suspance, creando uno “stucco” di note riempitivo alla causa ma mai fuori luogo o banale. Anche su questo reparto le citazioni non mancano e le rivisitazioni, quasi progressive, sono poste con grande grazia su di un tappeto che cade sul pavimento Profondo Rossosangue come il migliore degli abiti da sposa di Velluto Grigio. Attimi di Sospiri sul grande Uccello dalle piume di Cristallo chiamato ORINICA : un viaggio dentro un Inferno artistico attraverso Tenebre private che omaggiano il grande cinema passato, rendendo orgoglio ad un Italia che, grazie anche a questo lavoro, torna ad essere per un attimo grande e, come il miglior Gatto a nove Code, squarcia in più parti “l’indipendente”, ponendo il tutto ad uno step successivo e alzando l’asticella qualitativa incollando lo spettatore dentro tutto il racconto. Una sorta di Sindrome di Stendal in modalità schermo che Traumatizza e stordisce per quanta maniacale cura è stata applicata per rendere l’intero cerchio cinematografico una vera e propria Porta sul Buio.
Distribuito da DigitMovies il film si presenta con un Design accattivante e un Artwork affascinante creato dal grande Giorgio Credaro; ampliato al proprio interno da una sezione di contenuti Extra quali :
- -Trailer (2Versioni)
- -Backstage
. Un Opera Phenomenale che farà sicuramente parlare di se nel futuro non tanto lontano.
STAB HOROR ITALY