LASCIATEVI TERRHORRORIZZARE

Fino all’inferno : Il “Genere” infernale tragato Roberto D’Antona [RECENSIONE]

Recensione a cura di | Alessandro Pesce

 

“Tre rapinatori in fuga verso una nuova vita incrociano la propria strada con una donna e suo figlio e con la tragica maledizione che portano con sé. A dare loro la caccia, l’ex boss malavitoso per cui lavoravano e una misteriosa organizzazione segreta composta da uomini senza scrupoli. A questa folle corsa in camper verso l’inferno si uniranno a loro una gelosa fidanzata e un ex-sbirro dai metodi sbrigativi. In palio, la vita del bambino e il futuro del mondo”.

Le premesse per un grande lavoro eran evidenti fin dal rilascio del primo Teaser Trailer. Ora, grazie all’uscita in DVD/BluRay è stato possibile, al resto del pubblico, mostrare quanto di buono fosse distribuito su tutti i canali social della Produzione & Distribuzione. Quello che ci si trova subito davanti è un progetto folle, bizzarro, ben gestito e ottimamente equilibrato su tutto il reparto di struttura narrativa. Associare “Fino all’inferno” non è affar semplice. Roberto D’Antona, dopo The Wicked Gift, cambia la rotta Raiminiana e rende omaggio in modo pacato ed educato al Genere classico, puro e senza fronzoli sul TrashTalking, quasi Tarantiniano se vogliamo proprio cercare un immediata associazione. Questo però non ci sembra tanto corretto nei confronti di un opera originale che lavora con gli stati d’animo dello spettatore, spiazzandolo più e più volte, con continui cambi di tessitura di trama. Una trama che potrebbe sembrare scontata, ma che al proprio interno nasconde un intero mondo di combinazioni che variano dal Pulp già citato, passando per il poliziesco, arrivando al sentimentalismo, fino al Nostro amato Horror. Non ci addentriamo nei dettagli di trama perchè rischiamo di creare Spoiler inutili e che, a nostro modo di vedere le cose, risulterebbe del tutto inutile. In questa precisa occasione la componente che rende questo lavoro un vero gioiello è proprio l’effetto sorpresa che man mano prende piede ma viene messo su video con un immediata e decisa linea di confine tra i generi sopracitati, in un modo del tutto naturale. Roberto D’Antona sa precisamente cosa vuole raccontare ed è abile a fornire piccoli dettagli frame dopo frame spiazzanti. Il ruolo di Regista/Attore è per certi versi un arma a doppio taglio, ma d’altra parte QUEL ruolo è calzante solo a chi ha potuto partorirlo dalla propria mente. Un modo quasi possessivo di un altro ennesimo personaggio che si aggiunge alla collezione privata di maschere attoriali, e che personaggio. In questa occasione però “le spalle” risultano un fattore X che arricchisce la pellicola di quel tocco umoristico necessario a stemperare la tensione : ogni battuta non è posta al caso e i tempi “comici” sono davvero esilaranti. Non ci troviamo d’innanzi all’ennesimo riciclo di battute, Fino all’inferno ha una propria identità anche sulla componente del sorriso (e in certi frangenti vera e propria risata), chiudendo un po tutto il recinto che ha reso grande il Cinema Italiano. Francesco Emulo: il solito asso nella manica che D’Antona pesca dal mazzo con continue trasformazioni (e teniamo a sottolineare che nessuno imita l’altro), Alessandro Carnevale Pellino : il cavallo impazzito del gruppo, il folle psicopatico che incasina sempre tutte le azioni per via della sua eccessiva foga, Annamaria Lorusso : la tenebrosa bellezza/bravura associata all’amorevole cura del proprio figlio (presente anch’esso come “Enforcer”), Kavita Albizzati : puro fascino e simpatia, Michael Segal : l’immancabile parte muscolosa, Mirko D’Antona : l’ex poliziotto che alza sempre la cresta quando c’è da utilizzare l’uso della violenza ma che in questa pellicola veste anche ruoli lievemente diversi con sfumature quasi inedite.  Ecco parte della squadra che lima alla perfezione questa “Opera Seconda” del protagonista/regista. Il cast si diverte e diverte; lo si nota e lo trasmette fedelmente al pubblico che non può che esserne catturato. Le pecche purtroppo sono situate in piccole parti che per certi versi risultano però importanti, in quanto evidenziate nel reparto “Sonoro” : L’audio delle musiche, spesso e volentieri, non è equilibrato perfettamente e ci si trova molte volte ad aver fatica a seguire alcuni dialoghi. Un dettaglio a cui ci si fa l’abitudine e che non sentiamo di evidenziare oltre, perchè il film è altra cosa, altro racconto fotografico (eccellente), narrativo ed esecutivo; ed è questo quello che conta.

Fino all’Inferno è in sostanza un pugno allo stomaco al cinema Blockbuster che catalizza, con fare altrettanto deciso, una fortissima morsa verso  il Prodotto Indipendente che, per fortuna, sta emergendo dall’ombra assumendo una vitalità che fa ben sperare verso uno sguardo futuro. Le fortissime Luci che il prodotto emette (sia stilisticamente che metaforicamente parlando) risultano essere in netta contrapposizione al momento cinematografico italiano. Un concetto quasi Carpenteriano che la L/D Production Company porta sempre con se nel proprio operato. Ostinato, Prepotente, Contraddittorio quando serve e che mostra la qualità più forte di tutti : L’Amore verso il Cinema fatto di racconti e immagini dal fortissimo impatto.

 

Distribuito dalla CG Entertainment, Fino All’Inferno è ora disponibile in formato DVD, Blu Ray , Chili & Rakuten.

Link per L’acquisto

 

Trailer

  • REGIA: Roberto D’Antona
  • SCENEGGIATURA: Roberto D’Antona
  • FOTOGRAFIA: Stefano Pollastro
  • MONTAGGIO: Roberto D’Antona
  • MUSICHE: Aurora Rochez
  • PRODUZIONE: L/D Production Company

 

STAB HORROR ITALY

 

Succ Articolo

Precedente Articolo

Invia una risposta

© 2024

Tema di Anders Norén