Recensione a cura di | Alessandro Pesce
Haddonfield, Illinois, 31 Ottobre. L’iconica notte delle streghe, per la cinematografia, assume un significato ancora più profondo, quasi materno. Halloween non è solo una festa, risulta quasi un simbolo, nero, inquietante e vuoto. Le caratteristiche della personificazione Carpenteriana del male più puro. L’uomo Nero è tornato dopo quasi quarant’anni dal suo eterno silenzio. Halloween diretto dal regista David Gordon Green esce finalmente al cinema e lo fa dietro l’ala protettiva del “Padre Fondatore” John Carpenter, nel ruolo di produttore esecutivo (insieme a Jamie Lee Curtis), proponendo il classico degli Slasher di puro stampo ottantiano. L’aria che si respira è fin da subito un regalo verso gli amanti del genere, portando l’opera dentro una contemporaneità fedele alle radici del classicismo narrativo.
“Laurie Strode giunge allo scontro finale con Michael Myers, l’uomo mascherato che le ha dato la caccia da quando era sfuggita alla carneficina della notte di Halloween avvenuta quattro decenni prima”
Tutto riprende dalla battuta di arresto avvenuta nel lontano 1981, quando Carpenter e Debra Hill diedero l’ultimo colpo d’ascia verso il Franchise, reinventando una storia lasciata quasi incompiuta e portando di nuovo sullo schermo una ispiratissima Jamie Lee Curtis; invecchiata e stanca di vivere dentro un ombra troppo scomoda da dimenticare, come una cicatrice mai rimarginata. Laurie Strode nel corso di questi anni ha subito una mutazione che sà di selezione naturale e ora è pronta ad affrontare i propri demoni, o meglio, IL proprio demone. Questo aspetto è importantissimo ai fini del lavoro e caratterizza il personaggio anche senza l’ausilio della camera in primo piano. David Gordon Green sembra aver studiato nel dettaglio la natura politica dei lavori originali, evidenziando un America quasi maniacale verso le minacce esterne, attraverso l’utilizzo Home Made di “bunker” di salvataggio e/o l’uso compulsivo delle armi da fuoco. Una tassello che probabilmente sfuggirà ai più, ma che invece ha un controllo sulla pellicola molto pressante che affonda la lama tagliente dentro una pelle meritevole di trucco rinvigorente. Il passo falso poteva essere dietro l’angolo, invece il regista è stato abile nel gestire ogni spazio d’ombra e a ricalcare quella natura di omissione che ha fatto grandi i film del 1978/81. Michael Myers, che per l’occasione è interpretato da due attori (James Jude Courtney ad inizio film e dall’originale Nick Castle quando Michael indossa la maschera) è un autentica ombra che si muove con un unico obbiettivo : tornare ad assaporare il gusto della morte portando a se l’attenzione della sorella. Un invito che Laurie accoglie a braccia spalancate. La vita di entrambi sembra essere un eterna ruota che gira senza mai far incrociare i propri raggi, come se l’uno dipendesse dall’altro in un modo quasi romantico e metafisico. L’altra faccia della medaglia è associata alla figura delle co protagoniste : Karen Strode (Judy Greer) e Allyson Nelson (Andi Matichak), rispettivamente figlia e nipote di Laurie. Ruoli marginali all’apparenza, ma che invece determinano lo stato tormentato dell’ormai anziana donna. Un Girl Power che funziona perfettamente e che assume quel senso di rivalsa del gentil sesso; anche questo aspetto è un perfetto segnale dell’attenta sensibilità del regista ai drammi americani e non. Halloween è una lenta caduta verso un rovesciamento di fronte, dove la preda insegue il predatore e dove il male risulta una diretta conseguenza del male stesso . Lo Slasher Movie, come lo intendiamo, ci è stato sempre presentato in un modo, fino ad oggi, capovolgendo in questo caso specifico ogni dinamica di “caccia” aperta, creando una sorta di “rifiuto” (nel senso migliore del termine) verso tutto ciò a cui siamo sempre stati abituati vedere. Carpenter che distrugge Carpenter ma che sà perfettamente di Carpenter. Un gioco che, come il gatto con il topo, non smette mai di esistere e che assume quel connotato di complicità quasi ammiccante. L’aspetto che però caratterizza il film è nel profondo vuoto che ci accompagna per gran parte delle scene. Un silenzio quasi assordante che va in netto contrasto con la classica soundtrack rimodernata dallo stesso Carpenter in simbiosi con il talentuoso figlio Cody. Le scene Clou ci vengono mostrate dietro in inquietante spazio sonoro totalmente nero e quasi cacofonico, mutando così tutto l’ambiente e avvicinando lo spettatore alle dinamiche che si vengono a susseguire. Ovviamente si deve prendere la pellicola per la sua pura semplicità e di certo non ci si può aspettare tanto da un sequel diretto : la storia è quella e su quella direzione doveva andare, riuscendoci in modo creativo a tratti e avanzando un citazionismo rovesciato che colpisce per perfetta efficacia. Tutta la pellicola racconta la storia dei difficili rapporti umani e ce li mostra sotto diversi aspetti : l’amore/odio fraterno, la crescita travagliata da parte di una donna segnata, il senso di rinascita e di costruzione di una nuova vita, la mondanità adolescenziale, mancanze affettive e specialmente il volersi distaccare da ogni aspetto familiare per senso di protezione. Questo nuovo Halloween è tante cose dietro l’apparente semplicistica visione distratta di Horror Movie e fa sorridere che nessun dettaglio viene lasciato al caso, portando al proprio interno anche il minimo particolare : la ferita che Laurie fece nel primo capitolo con l’ago da maglia alla carotide della maschera di Michael (dettaglio che i più attenti avran notato in questo nuovo “volto” tumefatto e anch’esso invecchiato) e anche alle varie citazioni ai capitoli originali, come ad esempio il lenzuolo sul volto posto come “fantasma infantile” e anche all’inquadratrura di alcune maschere che dei giovani adolescenti portano per le vie di Haddonfield (Halloween 3 di Tommy Lee Wallace; separato dal franchise ma da una sceneggiatura dello stesso Carpenter). Le luci del sequel di David Gordon Green ricalcano un’ antimodernità quasi Rob Zombesca, assimilando al proprio interno un appartenenza quasi istituzionale verso un entità a sè stante e ricreando ad ogni frame il senso di puro pericolo. Contestualizzato anche il contemporaneo lessico utilizzato, con diverse battute sarcastiche che spezzano la tensione e anche ad alcune esclamazioni che ci portano direttamente dentro la generazione odierna, strappando in qualche occasione anche un piccolo sorriso, segno che quest’opera ha, si, una qual forma di serietà e rispetto verso “il genere”, ma sa anche prendersi non troppo sul serio.
La gelida nebbia cade durante la notte e nella notte delle streghe, ad Haddonfield, sappiamo bene quale forma del male può apparire. L’uomo Nero è tornato e lo ha fatto con il suo stile, dietro umidi panni stesi come bandiere nelle funi di cortili che han visto fin troppe note di sangue e dove il dolcetto o scherzetto viene accostato ad un unica iconica figura : Michael Myers.
Trailer
Cast
- Jamie Lee Curtis – Laurie Strode
- Judy Greer – Karen Strode
- Andi Matichak – Allyson
- Virginia Gardner – Vicky
- Nick Castle/James Jude Courtney – Michael Myers
- Will Patton – Hawkins
- Toby Huss – Ray
- Miles Robbins – Dave
- Haluk Bilginer – Sartain
STAB HORROR ITALY
ENGLISH REVIEW :
Haddonfield, Illinois, December 31. The iconic night of the witch assumes a darker and deeper meaning, quite maternal. Halloween is not just a celebration, is a symbol, obscure, creepy and empty. The carpenterian impersonification of pure evil. The Boogeyman is back after almost 40 years of endless silence. Halloween, directed by David Gordon Green, is now on cinemas, protected by its “Founder” John Carpenter, in this movie in the role of the executive producer (with Jamie Lee Curtis), proposing the classic 80s slasher movie.
The atmosphere is immediately perfect for the fans, a contemporaneity faithful to the narrative classicism.
“Laurie Strode got to the final conflict with Michael Myers, the masked man who hunted her since she escaped from the carnage happened four decades before.”
Everything starts from where we were in the far 1981, when Carpenter and Debra Hill decided to give another slash to the Franchise, bringing back an inspired Jamie Lee Curtis. Now older and sick to live in this eternal shadow, like a scar that cannot be cured.
Laurie Strode had a metamorphosis in these years and now she’s ready to face her demons, THE demon. This part is important to characterize her. David Gordon Green seems to have studied the political aspect of the original work, describing an America obsessed by external threats, with homemade bunkers and an overuse of fire weapons. A mistake could be easy to make, but the director has been able to manage every shadow space and hidden frame typical of the 1978/81 great movies. Michael Myers, in this chapter, played by two actors (James Jude Courtney at the beginning and the original Nick Castle when Michael is masked), is a shadow with the sole purpose of taste again the omicide, the blood of his victims and especially to hunt again his sister, but now Laurie is ready. Their life seems to be an eternal loop, where one depends to the other in a romantic and metaphysic way. Another aspect to analyze is the role of the co protagonists: Karen Strode (Judy Greer) and Allyson Nelson (Andi Matichak), Laurie’s daughter and granddaughter. Marginal roles at the first sight, they represent the tormented state of the elder woman. A Girl Power perfectly showed by Green, another image of the nowadays America. Halloween is a slow fall, where the hunter seeks for the prey and where the evil is a direct consequence of the evil itself. This Slasher Movie is presented in a different way from the canonic hunting, there’s a “denial” (in a positive meaning), Carpenter who destroys Carpenter. A game that never ends. What characterize this movie is the deep emptiness that follows us for almost the whole movie. A noisy silence in contrast with the restored soundtrack made by Carpenter himself and by his talented son Cody. The main scenes are followed by a creepy and dark music to get the spectator closer to the situation. Obviously this product has to be taken for what it is, a sequel with a predictable plot, but it must be like that, quoting itself in a perfect manner. The movie is all about human relationships: love/hate between siblings, the life of a traumatized woman, the built of a new life, the difficult boyhood, lack of familiar attachment due to a overprotection. This new Halloween is this, and every detail is not casual: the wound due to Laurie attack with needle in the first chapter, on the neck of Myers’ mask, or other quotes from the original saga like the masks that some boys had in Haddonfield (Halloween 3 by Tommy Lee Wallace, screenplay by Carpenter himself). The lights of this sequel recall an atmosphere in a Rob Zombie style, recreating in every frame a sensation of pure danger. The movie is lexically contextualized, with sarcastic jokes which break now and then the scary situation and bring everything inside the modern generation, granting some smile, just to be respectfully not taken SO seriously.
The freezing fog falls down in the night of witches, in Haddonfield, and we all know in which form the evil can appear. The Boogeyman is back in all his scary and powerful style, behind wet hanged laundry of those yards where too much blood has been taken and where trick or threat represents only one face: Michael Myers.