LASCIATEVI TERRHORRORIZZARE

GOTICO PADANO – SULLE TRACCE DI BUONO LEGNANI IL PITTORE DELLE AGONIE : Lo Sguardo Dentro La Leggenda [RECENSIONE]

Articolo a cura di | Alessandro Pesce

La Casa dalle finestre che ridono”: Da dove nasce la sua aura “maledetta”? Su questo inciso, Roberto Leggio e Gabriele Grotto, sono partiti alla ricerca dei luoghi dove il film è stato girato, cercando di trovare risposte. Buono Legnani, il pittore pazzo, è un personaggio inventato oppure è davvero esistito, ed aleggia sul mistero di quei luoghi? Cosa porta fans accaniti a recarsi tra l’entroterra ferrarese ed il delta del Po, dove il film è stato girato? E perché ancora adesso ci sono posti che evocano terrori e misteri? Fondendo realtà e fantasia, i due registi hanno cercato di rafforzare il mito di quel film, facendo supposizioni e giocando con la magia del cinema.

Dopo Road to L. Il mistero di Lovecraft (Mèliés d’Argento al Fantafestival 2004), Roberto Leggio torna ad indagare i misteri dei territori bagnati dal Po. Lo fa a quattro mani con il regista e musicista Gabriele Grotto attraverso Gotico padano – Sulle tracce di Buono Legnani il pittore delle agonie, un docufilm che, a quarantasette anni dall’uscita de La casa dalla finestre che ridono, propone la genesi di quel film che evoca ancora terrore, paura e inquietudine. Infatti, il capolavoro horror diretto da Pupi Avati, girato tra l’entroterra ferrarese e il delta del Po, desta ancora molto interesse, tanto da essere diventato un cult inaspettato. Ed è tutt’ora un film che continua ad attrarre molti estimatori. Da dove nasce la sua innegabile aura “maledetta”? Da questo inciso Roberto Leggio e Gabriele Grotto indossando i panni dei fan più sfegatati, sono partiti alla ricerca delle location dove il film è stato girato, a caccia di risposte: Buono Legnani, il pittore pazzo, è un personaggio inventato oppure è davvero esistito e aleggia ancora sul mistero di quei luoghi? “Gotico padano è un documentario, ma anche un film. Un ibrido metacinematografico, un crossover di idee che parte come un documentario e finisce come un film horror. È un’opera totalmente originale nel panorama del cinema italiano, nella speranza di potersi fregiare in futuro in qualcosa di unico”. Così i registi “dipingono” la natura leggendaria di Buono Legnani, il pittore pazzo che fa da motore agli orrori della “Casa dalle finestre che ridono”. Come tutti i miti e le leggende, la figura del pittore delle agonie ha dato vita ad un cortocircuito. La verità è riposta nelle parole dei fan che vorrebbero che il terrore e la paura che ha suscitato in loro quel film non finisca mai. Il viaggio dentro il mistero è accompagnato dalle voci di personalità importanti quali Daniela Catelli (critico cinematografico), Claudio Bartolini (saggista) Paolo Malaguti (scrittore), Gabriele Rovaglia, Marco Ronzani, Alessandro Barillari e lo stesso Pupi Avati, utili a capire e sviscerare, nel profondo, gli aspetti nascosti di quello che, a tutti gli effetti, risulta uno dei capolavori assoluti del Thriller/Horror Italiano. La Casa dalle finestre che ridono racchiude una serie smisurata di complessità emotive che, grazie a questo documento narrativo, emergono con la solita aurea nera e profonda che non si limita al singolo atto cinematografico, ma analizzano con maniacale cura il dettaglio della tensione, regalando al pubblico un Tour virtuale nei luoghi nativi dell’opera. Il regista ha la grandissima sensibilità di toccare tutte le corde di uno strumento tanto invisibile quanto pressante e disturbante, riportando lo spettatore dentro quelle sensazioni quasi dimenticate. Sicuramente non si è mai parlato abbastanza di questo specifico gioiello visivo e, probabilmente, il documentario nasce proprio con lo scopo di rendere (ulteriore) giustizia verso uno dei punti più alti nella storia “del” Genere.

Gotico padano – Sulle tracce di Buono Legnani il pittore delle agonie è un’anima pura che offre allo spettatore un assaggio della vera essenza del cinema d’autore e che rende omaggio all’arte in tutte le sue forme. Un modo per riscoprire uno dei capolavori di Pupi Avati o, fatto da non lasciare in secondo piano (in quanto improbabile ma possibile), avvicinare con eleganza sopraffina chi ancora non ha avuto modo di scoprire il mistero che echeggia dentro “La Casa Dalle Finestre Che Ridono”.

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