LASCIATEVI TERRHORRORIZZARE

Le Terrificanti Scoperte Del Dottor Kraus : Intervista a Ilenia Loddo [SPECIALE]

Articolo a cura di | Alessandro Pesce

Ci sono Artisti che si approcciano al Mondo dell’Horror in modo del tutto casuale e, dall’altra parte, troviamo personalità che questo particolare aspetto lo han sempre avuto fin dalla nascita. Questo è il caso della talentuosa Artista Sarda Ilenia Loddo; attraverso molteplici applicazioni capaci di ramificarsi, nel modo più naturale possibile, sotto una tetra luna colma di ispirazioni e intime radici. La Sardegna (così come tutte le parti del Nostro paese) ha le proprie Streghe o quelle storie tenute in un piccolo rifugio malinconico che, ancora oggi, riescono ad affascinare. Da qui la volontà di portare questi piccoli squarci di “leggenda” sotto un veicolo fumettistico (ma non solo) perfetto per ogni età : Le Terrificanti Scoperte Del Dottor Kraus. La collana illustrata presenta storie, si fantasiose, ma arricchite da una conoscenza e uno studio ben approfondito capace di far emergere lati sociali profondi e culturalmente interessanti.

Abbiamo avuto il grandissimo piacere di scambiare quattro chiacchiere con Ilenia, scoprendo piccole curiosità e approfondendo alcuni aspetti, anche tecnici, dei suoi lavori :

H.I.- Ciao Ilenia, Prima di Entrare nel vivo di questa breve intervista, ti ringraziamo per il tempo dedicatoci. Iniziamo a chiederti: questa tua passione per i contenuti Horror, da dove nasce e quando hai scoperto di voler trasportare in “carta” questo meraviglioso mondo? Raccontaci di te.

I.L. – Ciao, sono io che ringrazio voi per questa chiacchierata! Quella per l’horror è una passione che ho in realtà da sempre, fin da piccola. La definirei più un ossessione che una passione, sono sempre stata estremamente curiosa di tutto ciò che richiamava questo genere e lo apprezzo in ogni sua forma, sottogenere o target. Per dirne una, il mio film d’animazione preferito da bambina era Nightmare Before Christmas. Credo di aver capito da lì il mio amore per i mostri e le atmosfere Dark. Trasportarlo su carta è stata poi una cosa direi naturale. Disegnare è sempre stata anche quella una mia grande passione, più che altro un modo di esprimermi, e va da sé che chi disegna sceglie i temi o i soggetti attingendo da ciò che più gli interessa, e per me è stato l’horror.

H.I.La Sardegna ha un vastissimo archivio di leggende e personaggi iconografici capaci di perforare la ruggine del tempo. Questo forte legame con la terra quanta influenza ha avuto sul tuo percorso artistico?

I.L. – Direi abbastanza. È proprio con le leggende oscure della Sardegna che ho dato il via al mio percorso professionale, con la mia prima pubblicazione dedicata alle Cogas. Sono sempre rimasta colpita dalla quantità di storie e leggende che esistono in Sardegna, davvero “a portata di mano” per me che sono sarda ed è stato molto stimolante poter utilizzare qualcosa di così vicino per realizzare un progetto horror. Sono storie che non hanno nulla da invidiare a racconti e leggende horror più “famosi” , per questo ho voluto riprenderle in mano dando loro una veste moderna, che potesse affascinare anche i più giovani.

H.I.La figura della strega ,appunto, rappresenta, su ogni continente, un simbolo quasi fondamentale; una sorta di misura per delineare la profonda paura dell’uomo verso l’ignoto e, complice la grande ignoranza dell’epoca ed un narcisistico maschilismo, Un potere che paradossalmente ha riversato l’effetto opposto, rendendo ancora più grande l’aurea di misticismo. Come hai affrontato l’approfondimento di questa materia?

I.L. – Ho cominciato il mio lavoro di ricerca studiando dagli autori che hanno raccontato le mille facce della Sardegna, come ad esempio Dolores Turchi e Grazia Deledda in particolare, nomino poi anche Claudia Zedda che fa un lavoro meraviglioso. Per scelte progettuali e relative al target, ho voluto che la storia non prendesse mai pieghe che andassero verso la “storia reale” o la religione, proprio perché le Cogas dovevano essere davvero le creature della notte, davvero cattive e malvagie, così come le si racconta ai bambini per fargli paura e convincerli a stare buoni.
Volevo che il mood fosse proprio questo. Sicuramente, se scopriamo il velo e guardiamo oltre il mondo fantastico, anche la Sardegna non si è risparmiata in quanto a caccia alle streghe, specie in una terra così ricca di rituali e con radici pagane così profonde, dove le donne sono sempre state grandi esperte di medicina naturale, di erbe e via dicendo. Proprio a Villacidro, dove ho ambientato il primo volume sulle Cogas, sono stati ritrovati dei documenti risalenti all’inquisizuone spagnola che attestano la cattura di almeno 6 donne condannate a morte per stregoneria. Non per nulla Villacirdo è chiamata “Sa bidd’e is Cogas”, Il Paese Delle Streghe.

H.I. La serie delle tue Opere “Le terrificanti Scoperte del Dottor Kraus” ricalcano fortissime basi di Romanzi Ottocenteschi e un preciso periodo storico cinematografico ben delineato nella/della prima metà degli anni 50 ,il periodo del disordine del dopoguerra che ha generato e riportato in huge la figura del Dottore folle; Basti citare solo l’inquietante rappresentazione di Fritz Lang sul suo DrMabuse (poi ripreso in una certa maniera 3 decadi successive con un’altro iconico personaggio “rubato” da Tiziano Sclavi) . Il tuo personaggio ha qualcosa a che vedere con questo concetto?

I.L. – Il personaggio del dottor Kraus in realtà nasce da un’altra fonte d’ispirazione, quella di Zio Tibia, personaggio che io ho amato particolarmente. Inizialmente il progetto doveva essere una raccolta di leggende, ma man mano che prendeva forma ha richiesto l’aggiunta di una voce guida che unisse le diverse storie della collana. E così è nato Dottor Kraus, più che un dottore folle, un esploratore un po’ sfigato, intanto perché è morto, e poi perché è quello che ha più paura di tutti nella collana, e questo grande contrasto tra creature terrificanti e narratore fifone (ma dall’aspetto in linea con il genere) oltre che divertirmi tanto, mi serviva per far sì che il lettore entrasse in empatia con lui e si facesse guidare in questo viaggio. Sicuramente i miei gusti e i prodotti letterari e cinematografici di cui mi cibo, hanno fatto il resto, come per ogni artista. Non sempre ci ispiriamo a qualcosa in particolare, ma siamo sempre influenzati da ciò che abbiamo visto e amato, coscienti o meno di questo. Per esempio io amo le atmosfere che Edgar A. Poe riesce ad evocare e in generale di tutta la letteratura gotica e di questo sicuramente lascio traccia nei miei lavori, così come il cinema degli anni 20, soprattutto dal punto di vista scenografico (il Gabinetto del Dottor Caligari per esempio) e ancora come credo mi abbia influenzato tantissimo l’amore per Tim Burton.

H.I. Fonti di Ispirazione che, in un certo modo han cresciuto ( e forse anche forgiato) la “nostra” generazione. Veniamo un attimo all’aspetto tecnico e pratico. La tecnologia ha portato, nel mondo dell’arte illustrata “fumettistica”, apparecchiature comode e precise, ma le tue doti su carta sappiamo essere davvero elevate. Le bellissime realizzazioni come sono state concepite? E, specialmente, senti che nel Mondo si stia perdendo quella manualità e gestualità artigianale per finalizzare un qualcosa destinato al mercato illustrato?

I.L. – Io lavoro sia in tradizionale che in digitale, a seconda di cosa devo realizzare, della sua finalità e soprattutto delle scadenze. Inutile negare che il digitale è uno strumento in grado di dimezzare i tempi e rendere il lavoro più comodo, ma questo, appunto, dipende da cosa dobbiamo realizzare. Io credo sia sempre una questione di come si utilizza uno strumento e mai dello strumento in sé. Utilizzare un software di disegno digitale implica comunque che l’artista che lo utilizza abbia le doti necessarie per disegnare, perché quello che sai fare su carta lo puoi fare in digitale, quello che non sai fare su carta non puoi farlo nemmeno in digitale, la manualità è un passaggio essenziale per ogni disegnatore e non è necessario escluderla una volta arrivati al digitale. È soltanto una tecnica che scegliamo di utilizzare piuttosto che un’altra e, per quello che posso vedere io, ci sono ancora moltissimi artisti che prediligono le tecniche tradizionali che, a parer mio, non potrà mai sostituire nessuna invenzione tecnologica. Le tavole della collana sono realizzate completamente in digitale, con l’utilizzo di tavoletta grafica e Photoshop, quindi disegno sullo schermo anziché su carta. È una tecnica che mi ha permesso sicuramente di essere più veloce, ma ci è voluto comunque dello studio e del tempo per poter trovare una resa che richiamare il tratto che desideravo, un tratto sporco e vicino alla matita e al carboncino, che potesse richiamare assolutamente le tecniche manuali.

H.I. E di artisti validi nel nostro territorio ne abbiamo davvero tantissimi. Ma Facciam un piccolo passo indietro:La Donna rappresenta un focus importante nelle tue storie, partendo dalle già citate Cogas e proseguendo con le meno note (ma profondamente tristi) Le Panas. Temi che, per quanto lasciati agli archivi storici come semplici “leggende” raccontate dalle anziane del paese, ancora oggi, riescono a far riflettere, in modo concreto, l’animo umano. Le terrificanti Scoperte del Dottor Kraus hanno lo scopo di scuotere la mente del pubblico, cercando una sorta di sensibilizzazione, attraverso un linguaggio scorrevole e visivo per arrivare ad un concetto sociale ormai (purtroppo) quasi inosservato?

I.L. – Direi che il progetto ha come primo obbiettivo quello di ‘rispolverare’ le leggende sarde, quelle soprattutto oscure, di rinnovare il loro inestimabile valore, purtroppo poco conosciuto soprattutto nei grandi centri e tra i giovani. Sempre per scelte editoriali, la storia non ha toccato direttamente temi forti, proprio per fare in modo che la collana potesse essere letta anche dai bimbi, senza traumatizzarli (😂) ma così come è sempre stato, l’horror permette di trattare in maniera anche indiretta temi scottanti che di solito è scomodo trattare apertamente e un pubblico più adulto ha sicuramente modo di riflettere sulle figure di cui ho parlato. Le Panas in particolare hanno una storia terribile alle spalle, profondamente triste e frutto della grande ignoranza di un tempo, legata soprattutto alla religione. La sfida più grande per me è stata calibrare e dosare la quantità di tristezza e di “gravità” da inserire nella storia, in modo che potesse sensibilizzare senza stravolgere, restando sempre nel fantastico e nel genere. Perché oltre che far riflettere mi piace pensare che la storia possa anche coinvolgere e rapire il lettore, con l’aiuto delle illustrazioni.

H.I. Il Tuo è sicuramente un progetto importante e, secondo noi, nasconde moltissime facce di una società fin troppo frenetica e non più abituata al valore delle arti (in tutte le sue forme) , l’illustrazione è un veicolo ancora valido nel 2023?

I.L. – Assolutamente si, come ogni altra faccia dell’arte è un grande veicolo, anche se fatica a prendere lo spazio che merita. Benché parte della stessa famiglia, tutti sanno cos’è un fumetto e tutti sanno cos’è la pittura, ma quando si parla di illustrazione si inizia a non capire piu bene di cosa si tratta, e si continua a relegarla nel mondo dell’infanzia, come se fosse un mezzo di comunicazione ad esclusivo utilizzo di una fascia di età giovanissima. Io credo che l’arte non abbia età, come non ha età il fumetto o la pittura, così l’illustrazione. Non amo particolarmente fare questa distinzione, perché i confini di queste discipline artistiche non sono così ben definiti, fa tutto parte di un unico mondo, un mondo che ha un fortissimo potere comunicativo e proprio per questo mi piacerebbe che anche l’illustrazione riuscisse ad abbattere questo muro. Ci sono albi illustrati di grandissimi illustratori che fanno bene ai bimbi e ancora più bene ai grandi, per la potenza di ciò che raccontano.

H.I. Nell’immediato futuro, quali aspetti ti piacerebbe sviluppare dell’immaginario Horrorifico? Ci sono piccoli sogni nel cassetto posticipati e che vorresti realizzare sotto questa tecnica?

I.L. – L’horror è probabilmente il mio tratto distintivo, per questo ho scelto di dedicarmi a questo tipo di progetti, sono quelli che mi emozionano di più ed emozionarti in quello che fai è lunico modo, a parer mio, per fare un buon lavoro. Quindi ogni mio progetto futuro riguarderà temi horror. Un progetto personale che ultimamente mi ronza in testa e su cui mi sono già messa al lavoro è un albo non fiction sui serial killer, un tema che mi interessa particolarmente ma che è anche un tema tosto e richiederà una lunghissima fase di ricerca, perché usciamo dal mondo del fantastico e parliamo di temi reali e decisamente forti, dove è richiesta una buona dose di ‘responsabilita’. Ci sarà quindi da lavorare parecchio, nel frattempo però mi sto dedicando ad alcuni progetti a tema horror, in collaborazione, di cui purtroppo non posso ancora svelare nulla!

H.I. Speriamo di poterne riparlare a breve allora . Ilenia, Grazie per questo intervento e del tuo tempo. Quali appuntamenti ti coinvolgeranno a breve?

I.L. – Nelle prossime settimane presenterò “Le terrificanti scoperte del Dottor kraus” e in generale il mio lavoro come illustratrice in alcune scuole, tra cui il liceo artistico di Olbia, e insieme agli editori e altri autori andremo a Belvì per presentare il nostro lavoro. Poi, oltre i corsi che tengo all’accademia d’arte di cagliari, è in programma per Dicembre anche un laboratorio di lettering, però ancora in fase di definizione. Grazie ancora a voi per la chiacchierata.

Illustrazione dall’Opera
“Le terrificanti scoperte del Dottor Kraus”
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