LASCIATEVI TERRHORRORIZZARE

L’Esorcista – Il Credente : L’Inferno e Il Paradiso secondo David Gordon Green [RECENSIONE SPOILER]

Articolo a cura di | Alessandro Pesce

“Dopo la tragica scomparsa di sua moglie incinta in un terremoto ad Haiti, avvenuta 12 anni fa, Victor Fielding ha cresciuto da solo la loro figlia Angela. Ma quando Angela e la sua amica Katherine spariscono nel bosco, per poi tornare tre giorni dopo senza ricordare cosa sia successo, si scatena una serie di eventi che costringeranno Victor a confrontarsi con il male nella sua forma più oscura e, nel terrore e nella disperazione, a cercare l’unica persona in vita che abbia mai assistito a qualcosa di simile: Chris MacNeil.”

Non sempre il segreto dei reboot è posto al semplice utilizzo di concetti contemporanei applicati alla vena nostalgica e ancor meno il segreto dei sequel è fossilizzato sull’utilizzo di questi ultimi, posti per il semplice “fan service“. La prova è stata data lo scorso anno (o ancora più indietro) proprio dallo stesso regista del film in questione. La caccia alle streghe non è un concetto totalmente lontano da questo particolare caso e, in misura minore, sulla stessa persona; ma se 1+1 fa 2 e David Gordon Green ha mandato al macello l’iconografia dell’uomo nero (Halloween trilogy), non si poteva certo aspettare un qual si voglia miracolo in questa nuova sfida. Le aspettative, viste il nome altisonante, erano senza dubbio molto basse; o perlomeno la speranza era tarata su di un giro importante, dando quasi per certo un “Flop” annunciato. Esce, con queste massacranti premesse, L’Esorcista : Il Credente; diretto proprio da quello stesso David Gordon Green e solo questo breve titolo dovrebbe mettere una pietra tombale alle già tristi speranze di una sorta di impennata sul franchise. Se a ciò aggiungiamo che TUTTO quello uscito successivo al 1973 viene scartato e dato per inesistente, il gioco è fatto : Nessun sequel verrà preso in considerazione, così come l’ottima serie tv che, in una certa maniera, ha avuto il grande coraggio di realizzare un qualcosa di originale e dal finale brillante. La Blumhouse (e chiaramente la Universal) affida questa scomoda arma ad un artista valido e tecnico ma fin troppo esuberante e dal senso dell’umorismo particolarmente indigesto e sempre poco contestualizzato alla causa. Durante la prima parte della visione, però, succede qualcosa di particolare e finalmente ogni errore, commesso nel recente passato, sembra essere lontano dal Regista : la costruzione rapida e intervallata da quella già citata tecnica iniziano a cancellare i dubbi e far crescere la tensione; non tanto per il film in se, ma per la preoccupazione che pervade il Fan affezionato al capolavoro di William Friedkin. Il Credente, a questo punto, non risulterà il titolo del Film ma un vero e proprio stato su cui lo spettatore pone il proprio sguardo e sentimento. La trama segue le travagliate vicende di due famiglie gettate nella folle disperazione per la scomparsa delle proprie figlie, creando una turbolenta discesa verso gli abissi più solitari. Ogni fattore sembra portare un grande stato d’ansia e si percepisce (grazie alla grande prova attoriale di Leslie Odom Jr.) un senso quasi empatico, in modo da entrare in sintonia con gli avvenimenti che vengono a susseguirsi. Tutta questa articolazione prosegue con la RIcomparsa delle ragazzine e, fino ad un certo punto, i tasselli si allineano con un sistema numerico fatto di conseguenze sempre più sinistre che, man mano, sconvolgeranno l’esistenza delle due famiglie : il male inizia a palesarsi con fare inquieto e colmo di rabbia repressa. Da qui però inizia un altro film e da questo preciso momento, purtroppo, entra in scena il solito “humor” di David Gordon Green. I personaggi iniziano a comportarsi in modo del tutto sconclusionato, reagendo al proprio steriotipato “character” a marcia inversa durante una discesa a tutta velocità : tutti diventano la macchietta di se stessi; dall’infermiera che si viene a scoprire essere una ex suora, alla famiglia credente le cui volontà sono influenzate dal classico pastore sempre in cerca di portare quanti più fedeli nella propria congrega, mettendo il pubblico (datato) all’interno di una bolla in cui è dato aspettarsi l’ingresso, da un momento all’altro, dei Twisted Sister; visti i propri meravigliosi (ma ovviamente goliardici) intro dei Videoclip (I Wanna Rock & We’re Not Gonna Take it per intenderci) dando al film un No Sense che spiazza e che riporta quelle iniziali preoccupazioni ad una concretezza purtroppo fin troppo profetica. A nulla (o forse sappiamo bene il motivo) serve la presenza di Ellen Burstyn (tornata nelle vesti di Chris MacNeil); il suo personaggio è posto solo per esigenze di Continuity e, anche per minutaggio davvero irrisorio, non regala niente al film. In sostanza la sua figura è completamente inutile e il film avrebbe funzionato (bene o male che sia) anche senza la sua ingombrante presenza. Questi campanelli d’allarme spezzano completamente il ritmo dell’Opera e quello che dovrebbe essere il culmine di ogni conseguenza e narrativa viene messo in atto da personalità che tutto sono tranne quello che da il nome al Film : Un Esorcismo senza Esorcista. A mettere in atto il “rituale” troviamo, infatti, le famiglie delle due ragazzine, due vicini di casa (??), una ex suora, il pastore della chiesa e una figura completamente accennata di un prete in conflitto con la propria paura di non essere all’altezza della volontà di Dio. Da questo preciso istante si assiste ad una serie di dettagli che, ad uno spettatore più attento, colpiscono per assoluta mancanza di logica; Non ci soffermeremo sul perchè (e del percome) gli alti strumenti medici siano arrivati all’interno della casa (teatro del rituale) eludendo forze dell’ordine o sicurezza ospedaliera ; delle forme religiose realizzate sul suolo come segno di protezione per le ragazzine (quasi a mischiare simbolismi di diverse credenze come cristiana, pagana e addirittura sincretistica); perchè meriterebbero una recensione tutta propria: Tutto quello che non funziona è l’assoluta incapacità di rendere credibile un’anzione quasi totalmente amatoriale, facendo perdere sul proprio cammino tutto quello che di buono è stato portato nella prima ora di racconto. David Gordon Green dimostra che, spesso, non si impara dai propri errori e, anzi, riuscire ad amplificare ulteriormente alcune lacune organizzative sia diventato un tratto caratteristico e poco “simpatico” dei propri lavori (Little John & Big John in Halloween, giusto per intenderci) gettando così alle “ortiche” un progetto che, almeno sulla carta, poteva (forse) dare qualcosa allo specifico filone. La grande fortuna è che il finale riesce a riprendere in mano la storia, dando una conclusione quasi romantica e pregna di significato nella sua cattiveria preparatoria : La scena in cui una delle ragazzine (Katherine , interpretata dalla brava Olivia O’Neill) sprofonda in una sorta di inferno umido, risolleva notevolmente la qualità del prodotto, riportando quel senso angosciante su cui, probabilmnete, bisognava soffermarsi di più e dare maggior risalto. Chiaramente c’è spazio anche per la chiusura a lieto fine dove, neanche a dirlo, fa la sua “ri” comparsa anche la grande Linda Blair, sempre nel ruolo di Regan; regalando così un quadro di famiglia degno del peggior Spot Televisivo contro l’abbandono degli anziani.

Le location, così come il reparto luci sono perfettamente delineate alla causa di malasanità emotiva, costringendo lo sguardo ad una colorazione quasi decadente in perfetto stile Dantesco. L’Esorcista – Il Credente è sicuramente un progetto fuori tempo massimo e privo di quello spirito innovativo che, come abbiam citato poc’anzi, avrebbe meritato una riflessione più attenta ai dettagli grammaticali : tutto è gettato in un pentolone dove il pubblico si trova ad avere un mucchio di informazioni concentrate in un lasso di tempo davvero breve. Questa particolarità potrebbe sembrare un totale svantaggio MA invece, grazie al cielo, assume quel contorno di “rapido e indolore” utile ad una sofferenza minore. Il grande rammarico è posto proprio per le grandi potenzialità che sembrava offrire, perdendosi in un bicchiere d’acqua per venire incontro alle esigenze di un pubblico ormai fin troppo distratto e non più voglioso di quella scorza quasi blasfema capace di intaccare la propria sensibilità intellettiva. Ovviamente non abbiamo fatto paragoni con il mastodontico Capolavoro (e non ne faremo) ma questa cadenza dell’ Oopart sottolinea quanto, un certo tipo di Cinema, sia completamente cambiato e sviscera differenze tra chi inventa e chi applica : Creare una storia dando al pubblico ciò che non vuole vedere ha una diversa valenza di chi quell’opera se la trova in mano non sapendo cosa farne e come gestirla. David Gordon Green non è l’Uomo da mettere al rogo; Il concetto di mal realizzazione viene da molteplici fattori in cui si guarda fin troppo lo scopo finale e a chi questo scopo deve arrivare. Il Cinema (mainstream) è cambiato così come è cambiato il tipo di pubblico e ciò dovrebbe far riflettere le case di distribuzione : Assorbire un facile guadagno immediato o rimanere nella storia osando in un modo da stupire il mondo?

La risposta, purtroppo, la sappiamo : L’unico Credente, in questo caso, sembra essere solo l’alto vertice di casa Blumhouse.

Questo capitolo non è completamente da cestinare e, in fin dei conti, riesce anche ad intervenire a gamba tesa su tematiche importanti e profondissime radici di credenze non sempre al passo con ciò che la vita restituisce : L’equilibrio tra chi non mette in atto una scelta, venendo premiato, contro chi, quasi egoisticamente, impone quella stessa scelta (a parti invertite) ricevendo una punizione; caratterizzando una bilancia spirituale quasi commovente e di profonda etica. L’esorcista – Il Credente applica diverse situazioni prendendosi, si, sul serio, ma aggrovigliando la presa sotto complicate scelte che purtroppo incidono, non di poco, il giudizio finale.

L’occasione è stata sprecata in un modo che fa quasi rabbia perché, in fondo, tutti abbiamo sperato ad una nuova rinascita : Il Corpo e il Sangue.

-DISCRETO Secondo il Nostro Particolare Metodo di Valutazione in HORROR STAB-

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