Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Ambientato circa un anno dopo gli eventi del capitolo precedente, rivediamo gli ultimi sopravvissuti alla storia di Woodsboro che cercano di ritrovare la serenità a New York. Ma nella metropoli un nuovo e ancora più temibile Ghostface li sta aspettando.”
Dopo un solo anno dall’uscita del capitolo 5 è tempo di affilare i coltelli e prepararsi al gioco al massacro : Ghostface è tornato. Il Trailer annuncia una certa diversità del personaggio diventato ormai iconico nel mondo del cinema Horror, organizzando un discreto dibattito nel mondo del web ; A partire dalle teorie più complesse fino ad arrivare al disinteresse verso un qualcosa che, alla lunga, sembra aver detto quasi tutto. Questo perfetto equilibrio ha finalmente trovato la parola “Fine” : Scream VI esce ufficialmente al Cinema. Il tempo di accomodarsi nella poltrona e si parte con il primo omicidio. A farne le spese la bellissima Samara Weaving (piccola pupilla dei registi di questo nuovo reprise della serie, o meglio, Requel seguendo le leggi dei gemelli Meeks) attraverso una delle opening meglio riuscite dell’intera saga. Che qualcosa nell’aria sia cambiato lo si nota, infatti, dalla rivelazione immediata del Killer : Questo Scream fa capire che le regole sembrano essere davvero ribaltate. Tale azione porta, nella mente del pubblico, una forma spiazzante di manovra emotiva, sterzando il tanto che basta per delineare l’idea di base dei registi Matt Bettinelli e Tyler Gillett, orchestrata con l’intendo di stupire. Operazione perfettamente riuscita, visto l’immediato proseguo, dove scopriamo che l’assassino altri non è che un semplice esaltato dai delitti di Woodsboro , subendo la stessa identica sorte con il medesimo Modus Operandi telefonico : Altra inversione di marcia e altro fortissimo segnale, da parte dei registi di macchiare di sospetto ogni persona all’interno di questo nuovo Atto. Mai come in questa occasione Scream si presenta con un biglietto da visita così impattante. La complessità degli avvenimenti è in perfetto stile Wes Craven, confrontando ogni personalità tra dubbi e misteri in un gioco dove “scoprire chi è il nuovo Ghostface” risulterà più difficile che mai. Per grandissima parte di lavoro ogni aspetto sembra voler navigare nelle ombre del passato, amplificando (però) all’ennesima potenza tutto l’aspetto esecutivo dei Killer precedenti; se da una parte abbiamo avuto personalità bizzarre e quasi fumettistiche, Scream 6 si staziona sulla componente della brutalità : Ghostface è più duro che mai e non si limiterà al semplice uso del coltello. Il personaggio sembra non avere nessuna forma di pietà e trovare una motivazione plausibile a tali comportamenti non fa altro che aumentare la lista dei Sospetti/Sospettati. Come un buon sequel che si rispetti i personaggi principali vengono introdotti in modo, si graduale, ma con grandissimo senso del ritmo; questa precisa componente è (e rimane) una costante alla quale non si può che rimanerne affascinati. L’idea di base è quella di portare il Teen Horror (che si voglia o meno questo è il marchio del Franchise) sotto una luce nuova e creare nuovi protagonisti nel volto di Melissa Barrera e (l’ormai lanciatissima) Jenna Ortega, rispettivamente nei ruoli di Sam e Tara, operando sul quel Girl Power tanto in voga negli ultimi periodi; eppure QUI non invasivo e, anzi, di attento utilizzo degli spazi. Le due sorelle (seguite a ruota dai Gemelli Chad & Mindy e i nuovi volti Quinn e Anika), sopravvissute al massacro del precedente film, sembrano saper il fatto loro, delineando una maturità frizzante dove il sarcasmo va incontro alle modalità di interazione contemporanea. Abbandonata la città natale tutti gli avvenimenti si ingigantiscono in una New York tanto dispersiva quanto profondamente oscura e ricca di misteriose presenze che, anche in questa occasione, gravitano attorno ad una narrazione studiata nei mini particolari con citazioni, sia ai vari capitoli della saga stessa, sia al mondo dell’Horror nella sua forma più ampia (Dario Argento incluso). Tutto il cast ha la capacità di non calpestarsi i piedi a vicenda, traendo beneficio da un minutaggio in cui ogni personalità ha la propria identificazione con la dovuta permanenza a schermo e offrendo battute dove non si fa altro che aggiungere benzina su un fuoco già rovente di suo, dubitando di ognuno di loro; su tutti la “rientrante” Kibrby, sempre affidata a Hayden Panettiere, ora nella figura di ufficiale dell’FBI. Questo personaggio, già presente nei trailer, è stato una di quelle tantissime voci sulla probabile identità del TotoGhostface e, per grandissima parte del film (effettivamente), assume un comportamento sul filo del rasoio dove il mistero riesce ad avvolgerla con spiccatissima empatia sul ruolo. Scream 6 è un continuo susseguirsi di colpi adrenalinici; colpi dove l’atmosfera diventa sempre più pesante, giocando con il fiato corto dovuto al perenne senso di ansia e offrendo allo spettatore qualcosa che (sempre parlando dello specifico franchise) non vi si vedeva da tempo, garantendo la matrice di origine su di un terreno fertile quanto non mai; anzi, addirittura dando in pasto un banchetto servito con estrema brutalità muscolare al limite del Gore. Tutta questa atmosferica sensazione magica, fatta di sequenze girate magistralmente, viene PERO’ placata dalla seconda metà di pellicola : qui il film inizia a perdere una quantità impressionante di colpi: Tutto inizia dopo l’omicidio dell'”amante del sesso” Quinn (new entry interpretata da Liana Liberato) figlia dell’agente Bailey (interpretato dal rimandato a settembre Dermot Mulroney) in una scena tanto brutale quanto timidamente passata nel totale anonimato, scatenando l’ira del Padre che, sollevato dal ruolo di poliziotto, inizia una caccia al Killer in modo fin troppo poco convincente e scontata. La miccia diventa sempre più corta e “l’effetto sorpresa” decide di deviare verso altri orizzonti, girando su un qualcosa appartenente agli anni 80 nella sottocategoria action movie di serie B (per essere buoni) con affermazioni rubate da quel preciso e dimenticabilissimo periodo. Il museo (o tempio dove tutta la memorabilia di casa Wes Craven fa la sua figura con fare da esaltato Nerd) di Ghostface, visto anche nel trailer, diventa la prigione dove tutti i nodi vengono al pettine e dove la rivelazione dei Killer risulterà essere una delle scelte più banali dell’intera filmografia Scream; non tanto per la motivazione quanto per il mancato colpo di scena espolsivo : La figlia dell’agente Bailey risulterà non essere morta realmente (con una spiegazione sbrigativa e priva di credibilità) , Lo stesso agente Bailey (ecco spiegate le smorfie alla Sylvester Stallone degne del peggior Dredd) si rivelerà la mente di tutta la macchina e portando addirittura un terzo Ghostface; il timido ragazzo accusato fin dal principio da Mindy Meeks. Il Tris mascherato non regge il peso del ruolo ma almeno danno un senso al proprio gesto rivelando di essere la famiglia di Richie, il Ghostface di Scream 5 ed Ex Ragazzo di Sam. La profonda delusione esce dallo schermo con grandissima forza e solo le formidabili Melissa Barrera e Jenna Ortega riescono a risollevare le sorti di un film quasi rovinato dall’indifferenza rivelatoria dei Killer. Scream 6 si chiude con un autentico massacro dove il sangue la fa da padrone e dove gli aspetti più nascosti delle sorelle emergono con grandissimo senso di gestione del ruolo, attraverso micro espressioni di piacere nell’infliggere dolore verso chi ha rovinato la vita alla propria famiglia e amici.
Un film che fa, del cambio generazionale, un punto fermo. Un Opera dove, man mano le figure storiche si mettono da parte sparendo in modo graduale (Courtney Cox sarà sicuramente la prossima) per lasciare spazio alle nuove leve che, dal canto loro, stanno entrando sempre di più nei cuori dei Fans. I registi dimostrano di avere, sicuramente, tantissimo coraggio nel gestire al meglio le proprie figure, prendendo addirittura in giro la FanBase che voleva (noi compresi) l’intervento del “mai visto morto” Stu Macher, citandolo in continuazione e creando quell’aspettativa che non è arrivata. Che sia un bene o un male lo si vedrà nei capitoli futuri. Si perchè Scream non si fermerà al sesto capitolo. Ghostface non muore Mai. L’assenza di Neve Campbell ha giocato un tiro mancino al film? Assolutamente no. La giustificazione della sua non partecipazione alle riprese (per ragioni che non approfondiremo in quanto totalmente esterne al film) è stata giustificata nel migliore dei modi. Quel che non ha soddisfatto le aspettative sono state le stesse aspettative. Questa può essere un intenzione voluta e siamo sicuri che, in fin dei conti, sia esattamente così. Scream è Cinema e il Cinema gioca con il pubblico anche in questo modo.