Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Roma. L’eclissi oscura il Sole in una torrida giornata di estate. E’ il presagio del buio che avvolge Diana quando un serial killer la sceglie come preda. La giovane escort, per sfuggire al suo aggressore, va a schiantarsi contro una macchina, perdendo la vista. Dallo choc Diana riemerge decisa a combattere per la sua sopravvivenza, ma non è più sola. A difenderla e a vedere per lei adesso ci sono Nerea, il suo cane lupo tedesco, e il piccolo Chin, sopravvissuto all’incidente. Il bambino cinese con i suoi grandi occhi, la voce dolce dall’accento straniero, il carattere di un ometto indipendente e indifeso allo stesso tempo, la accompagnerà nella fuga. Ossessionati dal sangue che li circonda, saranno uniti dalla paura e dalla disperata ricerca di una via di scampo, perché l’assassino non vuole rinunciare alle sue prede. Chi si salverà?”
Dopo una lunghissima assenza Dario Argento torna con un mirino sulla schiena grande quanto la curiosità dell’intero pubblico; un film atteso e finalmente arrivato. Interpretato da Ilenia Pastorelli & Xinyu Zhang, Occhiali Neri si presenta sotto una luce oscura con un ritmo che stenta a decollare e che non offre neanche un momento di tensione. La mano di colui che una volta si poteva definire “Maestro” ora assume toni comuni a tantissimi registi, non alzando mai l’asticella e risultando completamente sterile sulla fase di scrittura. Tutto gira esattamente all’inverso di un comune Thriller, spostando gli equilibri della sceneggiatura ad una risoluzione banale e frettolosa e, cosa ancor più grave : rivelando senza apparente giustificazione l’identità di un Killer insulso e tutt’altro che convincente. Queste sono solo le premesse di un lavoro che fa acqua su quasi ogni settore e lasciando l’amaro in bocca ai titoli di coda. Ilenia Pastorelli cerca in tutti i modi di salvare un lavoro poco difendibile e, in alcuni tratti, portando addirittura l’intero peso dell’Opera sulle proprie spalle; operazione riuscita a metà se tale peso specifico gioca con un nome così altisonante come quello del regista romano. Il risultato non è ovviamente positivo e le assi iniziano a cigolare ancor prima della metà del film, spezzando completamente le atmosfere e altalenando momenti quasi grotteschi senza la minima spiegazione. Le note positive si possono collocare solo ed esclusivamente sulla composizione sonora di Arnaud Rebotini, abile nel tributare (palesemente) John Carpenter senza finire nel plagio più banale. Anche questo aspetto però viene rovinato da un montaggio equalizzato in modo pesante ed invasivo : l’intera (se pur molto bella) original soundtrack è sempre presente ad un volume inverosimile, interrompendo la volontà di creare un climax adatto alle situazioni di “suspense”. La pellicola scorre sotto continui dialoghi degni della peggior commedia amatoriale creando continue domande nella mente dello spettatore, chiedendosi dove stia l’aspetto Thriller di questo lavoro, non trovando chiaramente una risposta. La presenza di Asia Argento (che assume anche il ruolo di Produttore Associato) risulta solo di contorno e si muove abbastanza bene nonostante il poco minutaggio a schermo, dando senso alla costruzione del personaggio della protagonista e amplificando il senso di cecità che contorna la propria figura. Occhiali Neri è purtroppo l’evidenza di un declino arrivato ad un vicolo cieco (si la battuta è volontariamente cercata, per rimanere fedeli alla linea) in cui neanche gli squarci di luce artificiale riescono ad attraversare la barriera della poca concretezza esecutiva : gli omicidi sono ridotti ai minimi termini, gli effetti di make up del fedele Sergio Stivaletti non vengono minimamente portati in risalto e (tornando sull’argomento) la motivazione del Serial Killer è completamente assente. Il film inizia e finisce con la stessa intensità senza controllarne le pulsazioni portate ai minimi storici. Una deludente esecuzione che farà addirittura rivalutare il pubblico il tanto criticato Dracula 3D.
Potrem continuare all’infinito ma non ci sentiamo di sparare ulteriormente sulla croce rossa. Occhiali Neri è il triste esempio cinematografico di “Fine di una Carriera”.
Fabio Febbraio 25, 2022
Credo che una carriera che si basi solo ed esclusivamente su un solo film (per altro buono, non certo il capolavoro per cui viene spacciato… ossia, ovviamente Profondo Rosso) non abbia bisogno di ulteriori parole. Purtroppo, in Italia, finché si continuerà a considerare Argento un “maestro dell’horror,“ si continuerà a trattare la materia come qualcosa di nicchia, mentre in decine di altri paesi (non solo gli USA e i paesi asiatici, ma pure la Spagna, per parlare di un posto non troppo lontano) si sfornano ottime pellicole e ottime serie TV viste in tutto il mondo. L’Italia, la patria di Sanremo, delle canzonette, riversa la sua pochezza anche nel cinema horror e non se ne esce, visto che anche registi affermati com Pupi Avanti, non vengono presi con serietà, quando provano a proporre degli ottimi horror. Argento con i suoi ridicoli serial-killer ha fatto il suo tempo da decenni, mentre scrittori, registi, sceneggiatori bravissimi e italiani, non vengono nemmeno presi in considerazione. Una volta un produttore a cui avevo proposto un mio libro mi ha risposto: Horror? In Italia? Lascia perdere…