Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Un umile inserviente, costretto a prendersi cura della madre malata, trova una borsa piena di soldi in un armadietto della sauna dove lavora. Ignora però che dietro alla borsa si nasconde un intreccio di storie di spietati malviventi: un doganiere indebitato, un feroce strozzino, un’astuta truffatrice, una giovane escort con un marito violento e un immigrato illegale si danno la caccia nel tentativo di mettere le mani sul denaro. Tra omicidi, tradimenti, colpi di fortuna e sfortuna i loro destini beffardi s’incrociano, cacciandoli in guai sempre più profondi, in un disperato gioco senza esclusione di colpi.”
L’esordio alla regia di Kim Yong-hoon non poteva che creare una certa dose di curiosità, riversando a questo Nido Di Vipere una luce abbagliante presentata e alimentata da un Trailer che dice tutto e nulla. Il 15 Settembre esce nelle sale italiane, grazie a Officine Ubu, il film che strizza l’occhio al classico giallo Old School e il Thriller di puro stampo Tarantiniano tratto dall’omonimo romanzo del giallista giapponese Keisuke Sone; una pellicola che fa, delle atmosfere persecutorie, una matrice che non abbandona lo schermo fino ai titoli di coda. Il folto cast composto da Jeon Do-yeon, (premiata come Miglior Attrice a Cannes 2007), Jung Woo-sung , Youn Yuh-jung, Bae Sung-Woo, Jeong Man-Sik, Shin Hyun-bin, Jung Ga-ram e Jin Kyung risultano pitture in movimento, posando davanti alla camera con una disinvoltura a cavallo tra il Dramma Orientale e una sorta di commedia bizzarra molto territoriale, lasciando a schermo una scia continua di disavventure che si susseguono senza la minima sosta. Nido di Vipere riassume, nel proprio titolo, l’intera essenza dell’Opera; offrendo spunti di riflessione tutt’altro che velati e posati. Ogni personaggio è caratterizzato da un proprio distintivo carattere in modo tanto riassuntivo quanto perfetto per minutaggio utilizzato, garantendo così un pensiero tutto personale di giudizio senza eccedere in virtuosismi poco necessari alla causa. L’esordiente regista sembra capire l’esigenza di offrire qualcosa di concreto ad un pubblico ormai svezzato al genere e/o generi più complessi, ritmando con grande sapienza le proprie macchine e posizionando in modo educato le lenti sui diversi piani. Tale comportamento permette una perenne concentrazione sui diversi Frame, architettando un Thriller che più si sviluppa, più coinvolge la mente. Il Film risulta sempre capace di rinnovarsi attraverso sequenze veloci dove il tempo scorre senza sosta e dove il sentimentalismo maschera il genere di concepimento dentro tristi realtà contemporanee fatte di difficoltà economiche, abusi casalinghi, pressioni lavorative, stati d’ansia, rapporti complicati e specialmente la cruda infedeltà delle apparenze, in cui una mano d’aiuto può risultare l’imperfetta arma del delitto; quella più dolorosa per l’animo e quella che più si riflette dietro ogni avvenimento di vita “vissuta”. Nido di Vipere (Beasts Clawing At Straws o,nella sua versione originale Jipuragirado Jabgo Sipeun Jibseungdeul) ha tanto di cinema SudCoreano, ma segue, con fare maligno, schemi e colori tipici del cinema Pulp, congiungendo le atmosfere sotto neon accecanti che riempiono lo schermo di un’aurea quasi eterea, garantendo un qualcosa di probabilmente non del tutto nuovo, ma fedelmente ricreato per trattenere (e intrattenere) il corpo del pubblico per un’attenta vivisezione con la lente d’ingrandimento : tutto ruota intorno all’interesse privato dettato dalla cruda realtà di un’esistenza svuotata dall’apparenza e analizza, con estrema brutalità, la fragilità dietro ogni individuo; anche quello più duro. Le scene Action sono calibrate in modo molto intelligente, non snaturando il prodotto sotto facilissimi abusi di sangue o scene estreme; basando le proprie radici sotto un giardino ben conservato e curato da una graduale costruzione utile a tirare avanti il traino di una trama semplice ma complessa allo stesso tempo : i personaggi si troveranno, loro malgrado, coinvolti in qualcosa che li porterà nella medesima direzione, dietro una rete di intrighi e coincidenze capaci di far notare quanto ridotto sia lo spazio in questo universo, dando addirittura un senso logico alle varie cornici che spezzano la narrazione. Ciò non significa che ci si troverà davanti ad un opera anemica, Nido di Vipere ha una buona dose di scene di grande violenza, dando un’identità ben delineata allo scheletro emotivo del genere, capace di afferrare la gola del pubblico nei momenti meno scontati. La simbologia della borsa ha, come giusto che sia, una morale che caratterizza tutti gli aspetti della vita e che non finirà mai il proprio giro di proprietari in un artistico labirinto di Bestie che graffiano le cannucce.
Un film interpretato davvero bene e diretto in Modo praticamente Perfetto dentro un’inaspettato gioiello in una delle migliori realtà di questo 2022.
AL CINEMA DAL 15 SETTEMBRE