Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Hoggie ha deciso di condurre nei meravigliosi paesaggi della Nuova Zelanda la sua famiglia, ossia la giovane moglie Jill e i due figli adolescenti Maika e Jordan. I luoghi che si ritrovano a visitare però assumono ben presto tutt’altro aspetto. Hoggie sta ripercorrendo il suo passato trascinando insieme a lui la famiglia che ne è però all’oscuro, o così sembra. Nel bel mezzo di un picnic in una zona rurale tanto bella, quanto remota, Mandrake e Tubs, due uomini armati e dalle intenzioni e volti inquietanti aggrediscono la famiglia di Hoggie costringendola a prendere parte ad un sadico, violento ed efferato viaggio a quattro nella notte, tra ricordi celati e traumi di un passato scomodo e spietato.”
Presentato lo scorso anno al Sundance Film Festival, arriva in Italia il film di James Ashcroft; un viaggio dentro i ricordi di un passato dimenticato ma mai cancellato. La pellicola, distribuita da Midnight Factory, si presenta al pubblico attraverso un introduzione che mette immediatamente le cose in chiaro : Fin dai primi minuti si capisce quanta crudeltà si nasconde dietro l’animo di un uomo non del tutto equilibrato mentalmente. Ogni inquadratura ha il preciso scopo di spezzare le catene tra ambiente e psicoanalisi dei protagonisti, regalando una stesura pacata nella sua brutalità intellettuale. Il Cast, composto principalmente da quattro personaggi : Daniel Gillies (nel ruolo di Mandrake), Miriama McDowell (Jill), Matthias Luafutu (Tubs) e Erik Thomson (Hoaggie), bastano e avanzano per portare avanti un serrato scambio narrativo dove la pellicola si accomoda senza fare più ritorno nella razionalità più ricercata; complice una regia capace di catturare ogni sfaccettatura ambientale mai eccessiva e che assume un perfetta cornice dove gli avvenimenti, lentamente, portano il proprio fine corsa. Coming Home To The Dark è un vero e proprio viaggio dentro i ricordi che, man a mano, emergono dalle ceneri come il peggiore dei mali, dando spunti interessanti d’attenzione al pubblico, portandolo per mano sulla strada dell’inferno emotivo. Ogni protagonista ha il ruolo di traghettare il pensiero dello spettatore su una visione che prende forma in modo gentile, educato e mai eccessivo; creando una tensione costante nonostante la quasi totale assenza di scene estreme o di violenza gratuita. Daniel Gillies, in particolar modo riesce a catturare, in solitaria, le luci della ribalta, dando una profondità spietata al proprio personaggio e che, in qualche modo, affascina per curiosità di operato. Ogni diavolo ha le proprie radici del male e la pellicola gioca con questo ritmo fino alla risoluzione finale, dove ogni tassello viene posizionato nella propria fessura, dando un senso logico (o illogico) ad ogni dinamica. La già citata (pacata ma efficace) andatura di racconto racchiude tutta la forza del film di James Ashcroft, altalenando con grande pazienza tutti gli spazi necessari per dosare a dovere ogni situazione che si viene a creare Frame dopo Frame e alzando lentamente le marce senza bruschi sbalzi poco necessari alla causa. Un film sicuramente descrittivo e narrativo dove la storia non viene eseguita dalle immagini “action” ma raccontate dai diretti protagonisti, lasciando allo spettatore il compito d’immaginazione più profondo. Sicuramente una scelta voluta e che porta quest’opera dentro un Horror NON Horror dalle forti radici psicologiche che mescola il terrore come motore organico umano; un sentimento che esegue il suo compito senza il minimo sforzo e che porta un altissimo grado di follia sullo schema grammaticale sulla quale riesce ad accomodarsi con grande classe. La scelta di una fotografia attenta e precisa porta una cromatura armonica a tutto l’operato, regalando un perfetto taglio tra la drammaticità e il senso di vendetta che rivela tutta la propria frustrazione più o meno volontaria e/o fortuita del caso. Uno stesso che mai reca il sentimento di fatalità ma che si porta sull’inconsapevole sentiero della scelta sbagliata nel momento ancor più sbagliato. Tutte dinamiche che paradossalmente cospargono questo “Viaggio Nell’Incubo” all’interno di una irreale situazione di eventi, ma che si fa guardare anche e specialmente per questa bizzarra combinazione di tasselli che, uniti tra loro, specchiano l’essenza di piacevole visione distorta.
Un Film Capace di Stupire per diverse inversioni di Caratteri nella quale identificare il male non sarà del tutto semplice. Disponibile su Fan Factory, Viaggio Nell’Incubo – Coming Home To The Dark si presenta sul classico Packaging cartonato in edizione limitata DVD / BLURAY da Midnight Factory.