Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Un esponente di grido del mondo heavy metal, morto in un drammatico incendio, riesce a tornare in vita grazie ad un ragazzo che ascolta un suo disco al contrario. Dopo aver tentato di manipolare il giovane, il defunto ingaggia una battaglia con lui.”
Musica Metal e film Horror sono, fin dalla notte dei tempi, andati di pari passo verso una stessa lunga ed interminabile direzione, perennemente presi per mano. Passano gli anni ma la situazione non sembra essere cambiata (vedere il grande “Boom” del più recente Stranger Things, per intenderci) e anzi, questo rapporto sembra esser ancor più stabile e forte; forse anche grazie alla nascita di pellicole come quelle dei famelici anni 80; lavori come Heavy Metal, 7 Note di Terrore (Rocktober Blood nella sua versione originale), Demoni, Phenomena, Nightmare (in particolar modo il terzo capitolo con la colonna sonora dei Dokken) han sempre portato nella propria ragnatela lo specifico genere musicale sia per caratterizzare alcuni aspetti caratteriali dei protagonisti, sia come grido di protesta verso un movimento molto pesante, presente nei primi anni 80 nello stato americano dove il rock è stato preso di mira da esponenti religiosi, incolpandolo di essere responsabile della “deviata” crescita della popolazione giovanile. Ad esporsi in prima linea per “difendere” questa crociata contro il niente si inserì nientemeno che il leader dei Twisted Sister : Dee Snider. Da questo preciso momento ogni band del panorama Hard N’ Heavy si unì alla causa in maniera più o meno spontanea, inserendo nelle proprie copertine messaggi nascosti o, come fecero ancor prima i Beatles e Led Zeppelin addirittura esposizioni subliminali all’interno dei propri brani decifrabili solo facendo girare il disco al contrario. Una moda che diventò virale e che fece sorridere tante case discografiche. Da qua l’idea dell’Esordiente alla regia Charles Martin Smith : realizzare un film che racchiuda tutto questo strano mondo, fatto di disagi giovanili, musica rock e dischi maledetti che riportano in vita i morti. Nasce nel 1986 Trick or Treat (in Italia Morte a 33 Giri) ; un film nato in momento perfetto e che, ancora oggi, riesce a tenere il pubblico incollato alla sedia. Probabilmente proprio grazie ad un linguaggio che non è mai cambiato, il film si presenta con tutto ciò che occorre ad intrattenere lo spettatore, riuscendo a portarlo dentro una generazione non tanto lontana da quella attuale. Il tema del bullismo, infatti, è forte e con una pesantissima carica di redenzione, dando, ad uno dei protagonisti, uno spessore identificabile in prima persona allo spettatore e concentrando l’action di puro stampo ottantiano dentro una (non) muscolarità adolescenziale sempre vincente. Il tema principale però è la musica ed in particolar modo un certo tipo di musica : Megadeth,
Exciter, Possessed, Savatage , Judas Priest, Anthrax, Raven, Twisted Sister, Mötley Crüe, Poison ed infine Ozzy Osbourne e Kiss MA specialmente i Fastway (e ci arriveremo a breve su questi ultimi) sono le band che han prestato il proprio marchio per quello che, a tutti gli effetti, risulterà essere la bibbia del cinema Hard Rock Horror; un progetto talmente avvincente da portare a schermo addirittura lo stesso Ozzy Osbourne (nel ruolo di un predicatore tv) e Gene Simmons (bassista/cantante dei Kiss) nel ruolo di Nuke, un eccentrico speaker radiofonico; accompagnati dalla colonna sonora originale dei Fastway. Proprio su questi ultimi, una piccola curiosità che forse avrebbe cambiato tutta la storia di questa pellicola : “Blackie Lawless frontman degli W.A.S.P. fece un provino per interpretare Sammi Curr. Il leader della band di “I Wanna Be Somebody” fu addirittura vicino a ottenere il ruolo e si prestò di fare l’intero album della colonna sonora se avesse ottenuto la parte. Ma quando il regista gli comunicò che avevano ottenuto i Fastway la gestione della Original Soundtrack e che avrebbero sincronizzato le labbra con i loro pezzi, Blackie rifiutò stizzito il ruolo, dicendo a Smith che non aveva bisogno della musica dei Fastway quando aveva la sua band per realizzare tutto il muro sonoro di contorno”. Effettivamente la figura maligna di Lawless non avrebbe stonato nel film, ma ad interpretare Sammi Curr troviam il carismatico Tony Fields: un nome probabilmente non troppo noto al grande pubblico, ma di certo tra gli addetti ai lavori un autentica garanzia: “Lo schizofrenico Metallaro che passa da una carica elettrica ad un altra”, in passato, lavorò (e con una certa visibilità) con Michael Jackson nei video iconici di “Thriller” e “Beat It”. La propria elasticità e sviluppata struttura fisica fece in modo da risultare più al passo con il prototipo di protagonista del regista. Il Resto è Storia. Morte a 33 Giri non rappresenta solo un modo di portare i B-Movie dentro un qualcosa dove lo spettatore può riflettere, ma racchiude una decade dove i movimenti venivano enfatizzati da figure di spicco e che, ancora oggi, vivono nell’olimpo della celebrità più estremizzata. Il film si presta al servizio di una storia che, se pur molto semplice, scorre ad una velocità costante, sempre tarata verso impennate improvvise dove il protagonista si troverà a fronteggiare il suo idolo musicale in una battaglia difficile da concludere e, fattore principale, fatta a colpi di Heavy Metal. Le interpretazioni del cast risultano abbastanza approssimative e, forse anche per questo, il senso della grande riuscita della pellicola : niente si prende troppo sul serio, raccontando con grande spensieratezza un racconto quasi fiabesco; dando però al pubblico momenti epici come il concerto di fine anno in cui le velate citazioni al grande cinema di De Palma, scateneranno tutta l’ira del non morto Sammi Curr in un gioco al massacro tra gli studenti della scuola.
“Il Rock N’ Roll non morirà mai, almeno non in questa notte di Halloween.”
Rock and roll – Rockin’ on a midnight- Steal your soul
Rock and roll – Rockin’ on a midnight- Take control