Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Ambientato 300 anni fa nella Nazione Comanche, Prey è la storia di una giovane donna di nome Naru, guerriera feroce ed estremamente abile. Cresciuta all’ombra di alcuni dei più leggendari cacciatori che si aggirano per le Grandi Pianure, Naru intende proteggere la sua gente quando un pericolo minaccia il suo accampamento. La preda che insegue, e che infine affronta, si rivela essere un predatore alieno altamente evoluto con un arsenale tecnologicamente avanzato: ne nasce una feroce e terrificante resa dei conti tra i due avversari.”
Dan Trachtenberg (10 Cloverfield Lane) porta in scena quello che a tutti gli effetti è stato considerato uno dei prodotti più attesi dell’anno. Mamma Disney fiuta l’altissima percentuale di sguardi catalizzati sul prodotto e ne acquisisce la distribuzione in esclusiva, bypassando la messa in Onda sul Grande schermo e portando, al proprio già vasto arsenale, una micca inesplosa pronta a sferrare il roboante impatto. 92% di pareri positivi della critica su Rotten Tamatoes dovrebbero, già di suo, riassumere il risultato finale. 5 Agosto 2022 , dopo una lunga (ma neanche estenuante) attesa arriva sulla costola della piattaforma streaming (Star) il prequel ufficiale del Franchise Predator : Prey. Il Settimo film dedicato al mondo degli Yautja assume, fin dalle battute iniziali, una costanza narrativa nostalgica e coinvolgente nonostante le tempistiche non troppo ritmate, anzi, articolate per lo più sulla costruzione dei personaggi che si muovono sulla splendide cornici di una natura ancora non troppo contaminata dal mondo esterno. I protagonisti Naru e Taabe (Amber Midthunder e Dakota Beavers) riescono a far entrare il pubblico dentro la vita quotidiana della propria Tribù, fatta di regole, incarichi, gerarchie e usanze con una semplicità esemplare; ovviamente dettata anche dai propri tratti somatici accuratamente selezionati e truccati secondo precise indicazioni storiche, garantendo non solo uno spettacolo paesaggistico affascinante e incantevole, ma anche (e forse specialmente) portando la mente dello spettatore lontana dalla contemporaneità e catapultandolo in un terreno ormai quasi dimenticato. Per ovvie ragioni di diffusione video e, al passo con la lettura moderna, probabilmente la rivelazione dell’ Yautja è stata gestita in modo lievemente frettolosa, mostrando fin da subito il pericolo imminente per gli ignari cacciatori, creando un piccolo distacco tra gli avvenimenti in prima persona e la sottotrama che si articola per i protagonisti. Questo, se proprio lo dobbiamo chiamare difetto, risulterà l’unico neo (non troppo evidente per fortuna) dell’Opera. Si perchè Prey, dalla seconda parte in avanti, risulterà un concentrato di bellezza visiva di rara uscita. Ogni amante del Franchise potrà esultare e godere dell’esempio lampante di come si deve realizzare un prequel : Dinamiche, Storia, Azione, Sangue, Brutalità tecnologiche e una sana dose di Soft Splatter che han reso celebre il vero protagonista del racconto : il comunemente celebre PREDATOR. Fino a comunicazione ufficiale da parte della 20 Century Studios ( e successiva messa in vendita delle action figure) chiameremo questa razza di Yautja : Blind Hunter. Prey offre, per l’appunto, una nuova razza aliena, non snaturando le precedenti viste durante tutto l’arco narrativo del proprio passaggio sul pianeta terra e, anzi, ne realizza un qualcosa di realmente pericoloso al pari passo con i Berserker visti nel film del 2010 di Nimród Antal , dando in pasto ai fanatici un qualcosa di si, già visto, ma altrettanto nuovo e capace di entrare subito tra i favoriti : Oltre il classico arsenale da braccio con al proprio interno timer e dispositivi bomba drone, il meccanismo di lame per la caccia, il Blind Hunter spicca per il proprio elmo fatto di ossa dove il sistema di puntamento e raggi infrarossi è situato sulla cavità delle tempie, dando non solo un fattore estetico accattivante, ma anche una fedele praticità di costruzione realmente plausibile. Ad interpretare il ruolo troviamo l’ex cestista della Dinamo Sassari Dane DiLiegro : 206 cm per 110kg di essere umano dentro le vesti del pericoloso Hunter dovrebbero far intuire la grande minaccia per i nostri protagonisti. Più del bravissimo Dakota Beavers (nel ruolo di Taabe) l’attenzione è interamente focalizzata sulla splendida e bravissima Naru, intepretata da Amber Midthunder : La final Girl dell’Opera risulta in ogni contesto e situazione sempre perfettamente azzeccata al ruolo, non uscendo mai dal proprio personaggio e regalando perle di pura estetica Action. In questo caso portare il gentil sesso come mattatrice dell’intera struttura narrativa al massimo livello non risulta, praticamente mai, una scelta obbligata dai vertici alti, anzi, a prodotto terminato non ci potrem immaginare personaggio diverso dal suo : Naru rappresenta quanto di più perfetto si possa portare a schermo su di un genere catalogato, nella maggior parte dei casi, dai muscoli scolpiti dalla palestra e mascelle squadrate. La propria struttura fisica non ha niente di definito e porta una normalità ormai rara durante le scene che corrono a schermo. Ovviamente sovrastare un alieno di altre 100kg non sarà semplice e dovrà far fronte a tutto il proprio bagaglio di esperienze, intelligenza e strategia per poter sopravvivere. Le ambientazioni paradisiache riescono a macchiarsi di tanto sangue e con l’intervento di alcune forze esterne alla Tribù non sarà semplice tenere a freno l’adrenalina : Prey termina la propria corsa dopo una lunga caccia all’uomo dove ogni aspetto dello Yautja rivela la propria forma e forza, dando il via ad una continua marcia verso i ricordi degli anni 80. Prey non guarda solo un futuro del franchise portando un qualcosa di facile successione, ma si riallaccia anche a ciò che il pubblico ha già vissuto : Il Fango utilizzato come schermo di invisibilità (ricordate Arnold Schwarzenegger sul finale di Predator del 1987??), le trappole completamente inefficaci ma addirittura creando un citazionismo talmente elegante e velato di risultare quasi invisibile (se non ai più esasperati Fan) come la pistola utilizata da Danny Glover in Predator 2 (Stephen Hopkins 1992). Insomma questo “nuovo” progetto ha tutte le carte in regola per proseguire negli annI e dare al pubblico finalmente un nome degno di nota, costruendo un Franchise nel Franchise e portando a schermo una nuova eroina alla quale non sarà semplice non affezionarsi.
STAB HORROR ITALY
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