LASCIATEVI TERRHORRORIZZARE

Thirst : Il Sangue del Peccaminoso Romanticismo [RECENSIONE]

Articolo a cura di | Alessandro Pesce

“In una piccola cittadina coreana, un prete molto amato dalla sua comunità, accetta di sottoporsi ad un esperimento scientifico finalizzato alla ricerca di un vaccino per un virus raro e mortale. Ma durante l’esperimento qualcosa va storto e il prete finisce per ricevere del sangue infetto che lo trasforma in un vampiro. Travolto dalla sua nuova natura violenta e assetata di sangue, inizia una relazione con la moglie insoddisfatta di un suo vecchio amico, precipitando in un abisso di perversione e peccato.”

Premio della giuria a Cannes nel 2009, l’ horror di Park Chan-Wook, regista di Oldboy e di tutta la Trilogia della Vendetta, torna di gran prepotenza in un opera che prende a piene mani tutto il proprio bagaglio di esperienza e lo trasforma in qualcosa di unico nella propria semplicità. Il tema del Vampiro ha da sempre svolto un grande operato nel cinema, arricchendo e ampliando la struttura dentro elaborati giochi di pratici Mix in voga con le mode del momento. Il Regista Sudcoreano non cade nel tranello di “offrire” un qualcosa di semplice alla visione, anzi, ne organizza un corpo che racchiude tutta la cultura della drammaticità della propria Terra. Thirst si nasconde dietro una facciata sbiadita ed elegante, macinando con grande cura una storia ben distribuita su tempi molto dilatati e che han la consapevolezza della propria meta. Il tipico taglio e impostazione recitativa ricalca fedelmente l’intera cultura Coreana, dando allo spettatore una precisa collocazione territoriale, senza la minima intenzione di occidentalizzarsi in nessun modo e in nessuna forma. La storia racconta un dramma che si trasforma, mutando a propria volta le sembianze caratteriali dei diretti protagonisti, attraverso un amore inizialmente improbabile poi impossibile ed infine inevitabile, dando libero sfogo alla teatralità degli avvenimenti violenti. Ovviamente non ci si trova davanti ad una pellicola anemica e che fa dell’autorialità il proprio DNA : Thirst è puro Horror estetico che macchia di peccato ogni figura e che grida intorno allo schermo. La rigidità comportamentale di alcuni personaggi è la prova di “un” qualcosa messo esattamente in quel punto come segno di sensibilizzazione verso il mondo esterno : la crudeltà coniugale, le tradizioni del Padre Padrone che ormai dovrebbero appartenere al medioevo, la solida presunzione religiosa e il rifiuto del cambiamento sono assi importanti per la struttura di una narrazione sempre attenta a non perdersi per strada. Questo aspetto, paradossalmente evidente in tantissime pellicole di genere, sono messe in luce con grande personalità e con enorme senso del gusto continuativo, regalando non solo un piacevole scorrimento del minutaggio, ma anche (e specialmente) al servizio di un reparto fotografico davvero impeccabile. Park Chan-Wook mette al servizio del pubblico un distacco dalla realtà nettamente inferiore a quel che si possa immaginare, rigettando nella fossa tutta la crudeltà dell’animo umano dentro una fiaba molto oscura e che utilizza il “tema” NON come immaginario collettivo, ma una energia vitale quasi elettrica che fa pulsare il motore del corpo: il vampiro ha sempre la propria radice da “succhiasangue”, ma elaborato in un modo quasi poetico ed inevitabile. L’aspetto del peccato è nel classico stile Orientale, portando a schermo un erotismo non esplicito ma figurativo ed intuibile. Questa precisa grammatica utilizzata è si, parte di quella cultura cinematografica ma al contempo stesso abilissima nel dislocarsi verso un qualcosa di non costruito a tavolino con il solo scopo di collocare scene “hot” : Thirst ha della poesia anche nell’organizzare questi tempi e dare un senso compiuto alle nudità dei protagonisti. L’avvicinarsi sempre di più al male puro rende completamente ciechi e a farne le spese troviamo un cast capace nel gestire i propri ruoli, giustificando (quasi) la violenza estrema e portando a schermo Frame al limite del Soft Gore.

Quando lo schema del tema Vampiresco prende una forma simile ad uno dei grandi capolavori di Lynch, non c’è spazio per manovre dalle tinte colorate: Thirst ha quel retrogusto ramato che odora di gotico, contestualizzato in una contemporaneità ancora purtroppo evidente e presente. Disponibile finalmente in Italia grazie a Midnight Factory Fan Factory, il film dimostra ancora una volta il grande talento di
Park Chan-wook. Il coraggio è la base di una forza dettata dal sapore del Sangue.

Trailer

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SPECIFICHE TECNICHE:
Numero Dischi:
 1
Durata: 133 minuti (Extra esclusi)
Formato Video: 2.35:1 1080p @24fps
Formato Audio: Coreano 5.1 DTS-HD Master Audio
Lingue: Coreano
Sottotitoli: Italiano
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