Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“A seguito della morte accidentale dei genitori, Jack deve vendere la casa di famiglia e iniziare una nuova vita. Mentre si libera dei vecchi cimeli di famiglia, Jack butta via anche il suo amato peluche d’infanzia, Benny. Una mossa che si rivela letale perché Benny prenderà vita con un solo obiettivo: proteggere Jack e la loro amicizia ad ogni costo!”
Presentato al Sitges 2020, al Frightfest Film Festival e al Trieste Science + Fiction 2020, Benny Loves You si affaccia al pubblico con una fortissima carica esplosiva scritta, diretta ed interpretata dallo stesso Karl Holt. Un film che non si prende mai sul serio, ma che gioca con i sentimenti lacerati dal tempo e che, in fin dei conti, risulta quasi amaro. Nella maggior parte dei casi le pellicole, con protagoniste bambole indemoniate e/o pseudo tali, caratterizzano una trama lineare in cui il focus è paralizzato nella figura principale di un personaggio “fulcro”; su di lui la narrazione scorre e segue il suo corso: Benny Loves You rema esattamente controcorrente, costruendo un viaggio dentro la mente dell’abbandono, portando l’alchimia delle repressioni in un labirinto di legami strazianti. Il protagonista (umano) di questo racconto rappresenta il disagio nella sua forma più elementare, attraverso una raffigurazione di immaturità ai livelli estremi, una figura dalla difficile comprensione ma capace di creare, allo spettatore, una piccola fetta di riflessione e che, in qualche modo, riuscirà ad avere addirittura uno schieramento dalla propria parte. Le dinamiche prendono vita e velocità dalla comparsa del nostro piccolo eroe : una figura dalla dubbia forma che si diverte ad uccidere le persone attorno al proprio umano nei modi più barbari possibili. Non c’è spazio per costruzioni articolate nei suoi atteggiamenti; Benny ha i propri comandi vocali pre impostati e su questi non ci si muove mai : poche battute, incisive, ripetitive e totalmente folli all’interno di determinati contesti di narrazione. Il film si muove con un ritmo davvero infernale e non si ferma per nessuna ragione al mondo; inizia un avventura non curante degli sguardi esterni e prosegue con la stessa volontà in un modo incredibilmente coinvolgente. Portare lo Slasher ad un livello così personale risulta un impresa che solo un prodotto così poteva mettere in scena, rappresentando un immagine ed un identità propria di grande fascino. I passi del cinema indipendente sono evidenti e il pubblico deve partire da questo presupposto, dosando diversi temi sociali a squilibrati attimi di puro delirio visivo. Benny Loves You non ha niente da invidiare a titoli più celebri e, forse proprio per questo, riesce a creare una sorta di “alternativa” da non lasciarsi scappare. Le uccisioni raffigurano (specialmente da chi e come vengono esposte) la quintessenza dell’anarchia registica, portando l’Horror dentro un cerchio bizzarro, escludendo la realtà, portando lo spettatore dentro un labirinto alla quale è divertente prenderne parte ed assaporare quel LogOut cerebrale della quale spesso c’è proprio bisogno.
Quando un rapporto, di infantile appartenenza, viene spezzato dalla crescita e dal carico di responsabilità, ci si scorda delle fantasie e delle storie mentali create per occupare le giornate. Se queste forme prendessero realmente vita e disturbassero la mondanità del nostro originale percorso evolutivo? Questa è la domanda che si pone Karl Holt; una domanda dove, per ovvie ragioni, non esiste una risposta MA che, in fin dei conti ricorda, al bambino dentro ognuno di noi, che la fantasia non deve mai morire e che ci sarà sempre qualcuno di inanimato che ci ha voluto bene.
Benny Loves You è l’espressione pura di divertimento dentro un lago di sangue.
-STAB HORROR ITALY-