Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Tammy, una giovane donna il cui problema con l’alcol ha raggiunto l’apice, è perseguitata da un sinistro mimo che vuole consegnare un messaggio dal quale non può sfuggire.”
L’arte della rappresentazione emotiva può essere posta su molteplici forme di genere. L’Horror si è sempre prestato, in prima linea, al servizio di questa causa , portando veri e propri Cult ad un livello importante, proprio per l’esposizione di temi sociali abilmente mascherati. Elisa Manzini, attraverso il proprio Monsieur Mime, esprime un soffocato grido sociale caratterizzandone e contestualizzandone ogni aspetto grazie ad un personaggio davvero inquietante (interpretato da John Orr), una figura priva di voce ma dalla spietata sensibilità; un traghettatore silenzioso abile nel gestire il proprio ruolo e ad accarezzare la morte senza il minimo rimorso. Poche battute vengono accompagnate, a livello di trama: il tanto necessario per capire che, questo Cortometraggio, raffigura il tema della pericolosità degli abusi in modo netto e sincero. Non ci sono tantissimi spazi per raccontare e/o articolare aspetti poco necessari; il lavoro si racconta da se in modo esaustivo nonostante la sua breve durata e lo sviluppa con un fare davvero elegante, portando a schermo uno spiccato senso di crudeltà, una stessa che non guarda nello specchietto retrovisore e che accelera ad ogni curva, incurante dei pericoli ed ostacoli che la strada della vita porta al proprio cospetto. Il Mimo è una rappresentazione, non una figura fine a se stessa, una macchia indelebile pronta a servire un regalo amaro all’esasperata moralità, lacerata da un destino poco benevolo; un dolce sorriso che nasconde una lacrima acida e che scaraventa la propria ira come frustrante vendetta verso un preavviso troppo debole dall’essere ascoltato. La grande abilità nel gestire le tempistiche e gli spazi di girato fa, di questo Monsieur Mime, un importante manifesto sul genere Underground. L’utilizzo delle musiche viene gestito, specialmente nella parte centrale del racconto e del relativo schianto in auto della protagonista (interpretata da Veronica Maccari), con gran maestria, non lasciando niente al caso e creando veri e propri spazi nella materia fisica : “l’ingresso” nella dimensione terrena, da parte dell’introspettivo “monster Mime”, è scandito da un impercettibile suono che echeggia, in modo quasi celebrativo, per tutto l’ambiente; come a rappresentare una concreta presa di coscienza per l’incidente appena avvenuto. Questo fattore rimane stabilmente incanalato fino alla risoluzione finale, lasciando un senso di vuoto alla narrazione e chiudendo le proprie ali dentro un nero lugubre, macchiato dalla sola colpa di “non voler” avere voce nel momento del bisogno.
STAB HORROR ITALY
Cast:
Veronica Maccari: Tammy / Ash Khan : Jared / John Orr : Mimo
Diretto da : Tatiana Paris
Scritto da : Elisa Manzini