Recensione a cura di | Alessandro Pesce
“In una prestigiosa scuola di danza di Berlino arriva una giovane americana, Susie Bannion, per un’audizione. Il legame con la coreografa della scuola diventa sempre più stretto e va al di là della danza.”
Arriva finalmente in Home Video “Suspiria”. Luca Guadagnino assume il ruolo di nuovo traghettatore di quello che, a tutti gli effetti, risulta essere il vero capolavoro di Dario Argento. Definirlo remake è quasi un offesa, ma tant’è che tale definizione risulti essere, per forza di cose, la descrizione più identificativa. Ovviamente tutti i “se” e tutti i “ma” vanno colmati di tantissime virgolette, vista la quantità di dettagli originali presenti in questo capitolo. Guadagnino offre allo spettatore una visione totalmente propria della sceneggiatura dell’ accoppiata Argento/Nicolodi in una eleganza talmente raffinata da far storcere il naso, data la bellezza dell’opera finale. La generazione odierna è probabilmente disabituata ad affrontare una cura del dettaglio così ben delineata e offre alla pellicola una grande durata contestualizzata in modo altrettanto poetico e instrospettivo. La libera interpretazione della trama lascia al regista una varietà di soluzioni e manovre di azione che angoscia lo spettatore su più e più riprese. La pellicola, fin dalle battute iniziali, non fa mistero della scomoda presenza delle streghe, facendo entrare lo spettatore nell’immediato “mood” e offrendo, con quell’incessante pioggia, un immediato ricordo del lavoro Argentiano. Le similitudini sono lievi ed identificate più sull’aspetto etereo che sulle scene cardine che han reso il prodotto del 1977 un vero e proprio Must del cinema di genere. La complessità di questo Suspiria è di natura spirituale ed emotiva, nella sua pura essenza poetica, giocando a più riprese sulla sensualità e sul fascinoso mondo delle tenebre. I rituali vengono messi in scena attraverso un lento cammino di preparazione fisica e psicologica e l’uso della danza assume un controllo quasi carnale che affascina sia per messa in scena, sia per grandissima bellezza dell’ ispirata Dakota Johnson. Ma andiamo con ordine; la cura fotografica è senza dubbio un fattore che amplifica, non poco, l’aspetto visivo del film e offre al pubblico un tributo al grande cinema italiano del passato, attraverso piani sequenza e primi piani con movimenti di macchina che ci portano su un altra dimensione cinematografica. La consapevolezza della propria sapienza esecutiva mette il regista in una posizione che permette, senza indugi, di operare in virtuosismi che non stonano praticamente mai (se non nelle battute finali, ma arriveremo anche a quel punto) ed elaborando licenze interpretative che quasi stupiscono del perchè non siano state messe in scena nell’opera originale. La storia prende a piene mani diverse sottotrame e sviscera in modo crudele le difficoltà del preciso periodo storico, associandolo quasi come una conseguenza degli avvenimenti che stiamo seguendo. La trama è articolata in modo fluido e scorrevole, non pressando mai la narrazione e questo aggiunge quel grandissimo valore del Thriller puro e crudo. Se all’inizio ogni azione sembra essere una casualità, con l’andar del tempo ci rendiam conto che tale sostantivo è solamente una condizione mentale indotta alla deviazione : Niente è posto al caso o a una serie di fortunati eventi: Il male agisce nel modo più subdolo, per chiunque, insegnanti comprese. In questo frangente il cast attoriale è in totale controllo del proprio alter ego e si diverte ad affrontare ogni frame con continui sguardi accusatori e/o curiosi verso gli avvenimenti che si vengono a creare. Tilda Swinton (nel triplice ruolo di Madame Blanc / Dr. Josef Klemperer / Mother Helena Markos) è l’eleganza fatta in persona e affronta, con fare leggero, quella granitica figura di faro guida su cui l’intera scuola affida la propria fiducia “preparatoria” al grande evento che avrà luogo verso la seconda metà del film (punto su cui torneremo a breve); Angela Winkler, nel ruolo di Miss Tanner, controlla ogni movimento con precipitosa impazienza, enfatizzando un senso del peccato quasi biblico; probabilmente il male più nascosto di tutto il cast, sia per i modi infidi e celati dietro falsi sorrisi, che per quel continuo e metaforico dito puntato nei confronti delle proprie “sorelle”. A Renée Soutendijk e Ingrid Caven, rispettivamente nei ruoli di Miss Huller e Miss Vandegast, il ruolo di puro sadismo e cattiveria non tanto nascosta, anzi probabilmente esposto all’ennesima potenza. Queste figure sono un autentico recinto per la VERA protagonista del racconto : Dakota Johnson e il suo ruolo di Susie Benner. L’attrice statunitense stacca dalla propria pelle un interpretazione magistrale e in pieno controllo del proprio fascino, risultando sempre dentro il Character disegnato quasi sul proprio corpo. Ogni immagine sembra una fotografia con un unico soggetto a fuoco ed ogni situazione porta, alla propria caratterizzazione, un tassello dopo l’altro, fino all’epilogo finale risolutorio. In tutto questo bellissimo giardino, fatto di cura del dettaglio, il regista Palermitano espone una vera opera ad atti, incentrando il racconto in diversi contesti che si ramificano in storie differenti ma con un unico comune denominatore. Le parti coreografiche di danza sono un vero pilastro su cui lo spettatore non può non rimanerne incantato. Suspiria è si lento e tocca le corde di tante argomentazioni, ma viene raffigurato talmente delicatamente da perimetrarne una sinfonia di soave movimento psicologico. La profondità dell’animo, sotto una visione distorta, fa quasi prendere le parti delle forze del maligno e brutalmente ci viene messo sotto gli occhi con continue scene al limite dello splatter. Fa quasi strano associare così tanta poesia dentro un contesto tutt’altro che anemico, ma in questa occasione ci troviamo davanti ad un vero capolavoro visivo, fatto anche di ripetuti colpi di scena quasi disturbanti. La classe della pellicola viene messa in netta contrapposizione alla violenza più brutale; forte segno che “questo” Suspiria non si inchina verso un pubblico abituato all’ Hollywoodiano pensiero, ma agisce per l’esatto opposto. Una pellicola Nata in Italia e ora ancor di più valorizzata dalla stessa scuola, senza la minima vergogna; ma con la medesima forza che l’ha resa celebre, amata ed apprezzata in tutto il mondo.
Ci sentiamo di sbilanciarci, definendo il lavoro di Guadagnino, un autentico miracolo cinematografico moderno, una cornice dentro la quale tutto funziona perfettamente. A poco serve evidenziare l’unico frame amaro di tutto il racconto caratterizzato dentro una CGI non perfettamente colpita dalla macchina da presa; ma per dovere esecutivo ci sentiamo di aggiungere anche un lato negativo. Per sfortuna dei detrattori, questo è l’unico “neo” di Suspiria. La magica ruota alchemica del lavoro è un motore sempre sul perfetto uso della leva del cambio e gioca perennemente dentro curve gestite in modo chirurgico. La colonna sonora di Thom Yorke, leader dei Radiohead, chiude perfettamente i giochi e accarezza tutto il lavoro con la stessa delicatezza su cui Guadagnino ha agito su tutta la propria visione di racconto.
Suspiria lascia decisamente qualcosa dentro e quel qualcosa è probabilmente la presa di coscienza di un futuro grande classico destinato a far parlare di se per la maestosità con la quale ci è stato esposto dall’inizio alla fine. La domanda : “Questo film meritava un remake?” ha finalmente trovato una risposta ed è : “se questo è il risultato finale, bhe allora si, lo meritava”. Per una questione di abitudine e, anche per rilevanza storica, il film di Argento è e sarà sempre un capolavoro esecutivo che ha dato il LA ad un filone su cui dovrem sempre inchinarci, Guadagnino ha semplicemente valorizzato moltissimi punti lasciati in sospeso e ha reso quasi propria quella figlia LACRIMANTE nata dalla MADRE di gran parte del genere Italiano,fatta anche di silenzi inquietanti dentro SOSPIRI affascinatati e di tormentati e TENEBROSI giochi di potere.
L’edizione portata sugli scaffali dalla Eagle Pictures porta al pubblico una quantità di contenuti extra (oltre alla splendida cartolina esclusiva in edizione limitata) davvero notevole. Non tanto per il numero, ma per la propria sostanza : si parte dalle Interviste esclusive alle protagoniste Tilda Swinton e Dakota Johnson fino alle persone che han lavorato dietro la struttura visiva diretta come lo stesso Luca Guadagnino ed il compositore Thom Yorke; un ampia photogallery e backstage impressionanti che ripercorrono la fase preparatoria dei set ed effetti Make Up. Un modo per entrare ancora di più dentro le fredde atmosfere di una Berlino in caduta verso il regno delle Streghe.
Ora disponibile in DVD E BLURAY :
Trailer
- Un film di
- Luca Guadagnino
- Cast
- Dakota Johnson, Tilda Swinton, Mia Goth, Lutz Ebersdorf, Jessica Harper ,Chloë Grace Moretz, Sylvie Testud, Angela Winkler, Malgorzata Bela, Ingrid Caven
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