Recensione a cura di | Alessandro Pesce
“In una comunità nei pressi di una palude, Lem Sawyer, un locale cacciatore di frodo, vede un paio di mostri giganti.
Nessuno però crede alle sue parole, fino a quando il guardiacaccia Steve Benton e la sua fidanzata Nan Greyson, addentratisi in una zona inesplorata della palude in cerca di trappole illegali, trovano l’uomo in fin di vita con vistose ferite sul corpo causate da enormi ventose.
Ben presto responsabili anche della sparizione di altre quattro persone che hanno ammassato nel loro nido per farne scorta di cibo sono delle letali, gigantesche sanguisughe, mutate da una pioggia di radiazioni, che vivono nelle caverne sotto la palude.”
Apre così lo scenario, questo Monster Movie targato 1959 di Bernard Kowalski. Un prodotto affascinante che ricalca pesantemente le atmosfere de “Il Mostro della Laguna nera“, antecedente di qualche anno. La trama, semplice ed efficace, lascia la totalità di spazio narrativo al girato vero e proprio e si affida ad un cast decisamente capace. “La vecchia scuola è sempre la migliore” e, anche in questo specifico caso, mai definizione fù più azzeccata. Gli attori interpretano benissimo il proprio ruolo ed è evidente una certa formazione teatrale (o comunque non improvvisata sul momento), rendendo piacevole ogni dinamica che si affaccia in scena. Ovviamente il lavoro va preso per quello che l’epoca offriva e andrebbe guardato con un occhio totalmente distaccato dal quotidiano odierno. Così come la realizzazione delle “creature”, troppo sbrigative nel Design. Quel che però cattura l’attenzione sta proprio sulla semplicistica realizzazione di tutta la confezione finale, si tratta pur sempre del 1959, dove i mezzi a disposizione, a meno che non ci si chiamava Universal, erano decisamente bassi, ergo l’uso del “fai da te” faceva una qual si voglia differenza sostanziale. La location suggestiva offre allo spettatore una visione quasi eterea e ci vuole ben poco per immergersi nelle “profonde acque” degli anni 50, dove tutto sa di nuovo e dove la ramificazione del genere non era ancora sdoganata sotto Creature impossibili del cinema C-Movie moderno come Calamari, Lontre, Piovre, Coccodrilli e via discorrendo,tutti geneticamente mutati; “Attack of the Giant Leeches” ci porta dentro un teatro di grande classe nonostante la spicciola e ridotta sala (metaforicamente parlando) ed è proprio in queste piccole sale che spesso si incontrano piacevoli realtà. Il suono e le musiche, composte da Alexander Laszlo (riutilizzate nello stesso anno nel film Beast from Haunted Cave) trasmettono quel piacevole senso nostalgico che riesce , per i più navigati, a portare alla memoria le atmosfere dei grandi classici della, Universal prima e Hammer poi (d’altra parte il gioco del riciclo vige come regola, non solo su castelli, bare, alberi che componevano tutte queste opere, MA anche su le musiche adoperate e/o composte). Le parti recitative, come abbiam detto poc’anzi, sono ben gestite e le caratterizzazioni sono distribuite in modo lineare: si va dal rude Dave Walker (Bruno VeSota) al risolutore Doc Greyson (Tyler McVey) , alla bellezza iptnotica di Liz Walker (Yvette Vickers) fino ad arrivare a Steve Benton (interpretato magistralmente da Ken Klarke) che traghetta l’intero lavoro dentro un sentiero politico solido e che fa della pellicola una sorta di piccola voce fuori dal coro per la didascalica battaglia contro le radiazioni nucleari. Gli effetti di MakeUP sono posti sotto quel che vale e a poco serve evidenziarne la ruralità della gestione, discorso inverso invece, ed un plauso, va alla meravigliosa gestione del sangue. Si perchè la pellicola non si presenta sotto l’abusato (si parla sempre degli anni 50, ribadiamo) prodotto anemico, il film ha la sua dose di sangue e questo è un fattore da non sottovalutare nel minimo modo. La durata, infine, è un altra lama a doppio taglio; nel senso che, la breve durata (62 minuti) determina alcune dinamiche in modo troppo sbrigativo, ma decisamente conforme a quel che all’epoca era fortemente richiesto.
Fino ad oggi inedito in Italia, L’attacco delle Sanguisughe Giganti si presenta in lingua originale e sottotitolato in italiano grazie alla collana Freak Video della Home Movies. Nota di merito va proprio a quest’ultima che confeziona un ottimo titolo ed uno splendido Packaging con, al proprio interno, il mini poster originale dell’epoca che fa da inserto trasparente, di grandissimo impatto visivo all’apertura della confezione DVD.
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