Recensione a cura di | Alessandro Pesce
Tre storie, tre macabri scenari dentro una disturbante cornice su di una Berlino inedita, oscura e magica. Un lavoro che cavalca stili differenti e che si accosta allo stesso tempo su una tavola quasi Indy, colma di sangue e che non si risparmia mai di eccedere in episodi di pura violenza.
“Nel primo episodio, una giovane ragazza che vive con il suo porcellino d’India in uno squallido appartamento non è da sola in casa: nella sua stanza da letto vi è un uomo legato e imbavagliato. Nel secondo, una giovane coppia di sordomuti viene attaccata da un gruppo di teppisti ma è in possesso di un misterioso talismano che potrebbe essere loro d’aiuto. Nel terzo, un uomo si imbatte in un sex club clandestino, che promette l’esperienza sessuale definitiva grazie all’uso di una leggendaria pianta.”
La caratterizzazione dei colori separa ogni episodio e si manifesta in paesaggi altrettanto differenti l’uno dall’altro; partendo da un ambientazione intima e, nel suo essere, quasi confortevole, passando ad un lugubre ma acceso quartiere di periferia isolato, fino ad arrivare alle calde e bagnate atmosfere di night club. Opere proprie che raccontano stili di violenza quasi ottantiani, segno che un certo tipo di cinema è vivo e non smette mai di palesarsi. La parte Splatter è sempre contestualizzata anche sulla narrazione No Sense e diverte, specialmente nel primo episodio, per come questa viene improvvisamente presa in carico. Da sottolineare come questo reparto è volutamente e fortemente applicato senza il minimo aiuto di Computer Grafica, come i cari e vecchi B-Movie colmi di secchiate di sangue. Una strada quasi artigianale che porta e Ri porta antichi valori quasi ormai perduti in alto alle priorità del lavoro “finito”.
Grazie a Midnight Factory questo lavoro ci viene mostrato per la prima volta in Italia quasi come una sfida, portando sul mercato sia un edizione DVD sia una in BluRay in edizione limitata. Un Opera che sicuramente risulta essere diversa dalle altre e, anche se non gode di una fama planetaria, risulta meritevole di esser presa assolutamente in visione. Gli amanti delle pellicole forti non rimarranno sicuramente delusi. Ovviamente, German Angst, ha le sue pecche e i suoi punti deboli, specialmente in alcune interpretazioni attoriali a tratti fin troppo bizzarre e fuori contesto. Il tratto somatico del cinema indipendente è evidente anche se cerca di mascherarsi: e forse questo è un punto a suo sfavore, risultando, a quella parte di pubblico non abituata, una visione non perfettamente in sincrono con l’horror contemporaneo. Ma tant’è che dall’altra parte questo può ottenere il rovescio della medaglia (citazione non casuale) e diventare un valore aggiunto. La soggettività è figlia di interpretazioni e modi di “presa in consegna” totalmente unici e personali, così come l’approccio al film.
Consigliato a chi ama il genere Horror degli anni 80, con una trama semplice ma efficace a cui piacciono i cari e vecchi effetti speciali fatti a mano e per quel genere di spettatore a cui piace la visione del sangue senza tanti giri o schemi registici.
Non adatto a quel genere di pubblico impressionabile (almeno due/tre scene lasciano l’occhio lievemente socchiuso per identificazione di dolore) e per quella fetta di persone che spende il proprio denaro per andare al cinema a guardare The Nun o altri grandi Blockbuster dal dubbio gusto cinematografico.German Agnst è disponibile dal 25 Ottobre
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Trailer
STAB HORROR ITALY