Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Un’Entità di pura energia nasce in una casa in costruzione vicino New York, grazie all’amore dei proprietari Brian e Marianne Landson, con i quali vive in pace e armonia e che considera come la sua famiglia. Quando vengono a mancare a causa del tempo che avanza, lo Spirito della Villa, come accade a noi esseri umani, scopre i sentimenti dell’abbandono, della solitudine, fino alla disperazione. Arriva così in uno stato di “non vita”, in un limbo, prossimo alla definitiva dissoluzione. L’incontro casuale con la famiglia Ocean che acquista la residenza dopo anni di incuria, trasmette nuovamente all’Entità gli stessi sentimenti sinceri di amore. Ciò la risveglia da un torpore durato troppo a lungo, ma il rientro nella dimensione terrena non sarà così scontato. L’Entità proverà con incredibili sforzi a tornare nella sua struttura fisica, ritrovandosi a dover combattere le forze oscure che nel frattempo hanno preso possesso della Villa. Una lotta contro il tempo la vedrà protagonista nel provare a salvare la famiglia Ocean, in balìa delle forze maligne che lei stessa ha permesso di far entrare nei suoi confini anni addietro”.
Si presenta così l’affascinante libro di Luca Bonardi. Un inseguimento poetico su scenari paranormali all’interno della villa di Rockport. Tutto corre sui binari quasi cinematografici dove troviamo la tranquilla dimensione introduttiva fino ad arrivare man mano a piccoli tasselli che portano in modo coinvolgente alla vera essenza del racconto : l’entità della Villa. La lettera maiuscola sembra quasi a voler rappresentare una parte personale,animata..viva. L’ambientazione a tratti ricorda una sorta di “Derry” in miniatura e anche nella tipologia di scrittura utilizzata troviamo tantissimi dettagli, segno caratteristico del grande maestro Stephen King. Associare però scrittori celebri, per quanto anche la parte “dimensionale” ricordi le atmosfere Lovecraftiane, non rende fede e giustizia a questo personale scorrere di sentieri e rami, fatti di particolari e minuziosi accenni che ci vengono forniti gradualmente con grandissima coscienza. Il fattore che salta subito all’occhio è probabilmente il grandissimo senso di rispetto verso ciò che ad occhio poco sensibile potrebbe sembrare nullo. Invece in questo racconto sentiamo vivo il sentimento,il dolore e la rabbia che dall’altro cosmo cerca di raggiungere il “nostro” piano dimensionale. Le dinamiche vengono raccontate su contesti di quotidiana vita, attraverso varie citazioni; come, ad esempio, quelle musicali; ricalcando anche una evidente passione per il genere Indie o BritPop che a dir si voglia (non tanti sanno che gli Oasis han eseguito poche volte dal vivo Listen Up), rendendo al racconto una sorta di favore personale e ponendo un importante parte di se. Gli aspetti “paranormali” sono strutturati perfettamente e calibrati nel giusto dosaggio. L’immaginazione soggettiva non lascia tanto spazio in quanto le descrizioni sono come colpi di lama tagliente e vengono,in poche parole, spiegati in dettaglio con grande efficacia e minuziosa precisione. Il terrore dei protagonisti è palpabile, così come le azioni che si creano, affondando le mani anche su una possibile “realtà dei fatti” : meno azioni imperfette dettate dai film hollywoodiani e più al passo con quello che potrem svolgere in una situazione analoga. Questo è un dettaglio che non va sottovalutato su un libro “di genere” dove, spesso e volentieri, si tende a voler strafare con inserimenti del tutto fantasiosi. Ovviamente la parte Fantasy è forte ma disegnata delicatamente con tratti fini. La forza di volontà dell’anima della Villa è un altro tassello portante ed è da lì che tutto ruota di misticità descrittiva con peso specifico gravitazionale. La pesantezza sui diversi piani ancestrali ne è la prova e le multidimensioni sono colorate di un bagliore proprio, quasi come vivo anch’esso.
Luca Bonardi pone il lettore dentro un continuo vortice di sentimenti che oscillano tra il terrore e il senso di appartenenza. Una metafora che potrebbe ruotare su molteplici fattori esistenziali. Il non volersi arrendere per benessere primordiale e necessario per il proprio “Io”. L’essenza della Villa posta al 160 Pacific Avenue è costantemente trattata con grazia e ci immaginiamo che al termine del racconto la si immagina parafrasare Talk Tonight degli Oasis :
“Voglio Parlare Stasera,
Fino Alla Luce Del Mattino
Di Come Hai Salvato La Mia Vita
Tu Ed Io Vedi Come Siamo”
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