Recensione a cura di | Alessandro Pesce
Quando Ormai il genere “Zombie” sembra aver affrontato ogni tipo di rivisitazione e angolazione di sottogenere…ecco che l’Italia sente il bisogno di mettere il punto esclamativo (come spesso accade) e alzare la mano in segno di Presenza. Lo abbiamo notato in tantissimi anni di film di genere,fino a diventare un Faro per tantissimi Registi e Sceneggiatori. Almost Dead del Siciliano Giorgio Bruno accende l’interruttore di quel Faro e regala attimi di un “Ritorno al Passato” di cui sentivamo il Bisogno. Un Genere ZombieMovie in piena regola MA con quell’atmosfera Gothic/Claustrofobica tanto cara al Cinema della Hammer dei Primi anni 60,La Drammaticità e la Primordiale Paura della Morte con conseguenti scelte da prendere in brevissimo tempo. La trama segue la storia di una Ragazza e del suo risveglio dopo una incidente automobilistico. Legata e in pieno stato confusionale trova accanto a se un cellulare quasi scarico e un taglierino che adopera per liberarsi. Intorno a se solo morte e nessuna indicazione utile per i soccorsi.
Un Horror che per certi versi si allontana completamente dal voler spaventare forzatamente lo spettatore, la pellicola gravita intorno al terrore puro e pensiamo sia Riduttivo chiamarlo semplicemente “Horror”; perchè a fare da padrone è il Dramma che gira intorno come un predatore famelico e si scontra su temi che la società impone quotidianamente; Epidemie Societarie e Controllo Globale delle menti Indebolite dallo Strapotere Massonico..emergono in silenzio e in punta di piedi mascherando la loro presenza su alcuni tratti della psicologia del Film.
Cosa si prova quando intorno a te la morte cerca di portarsi brandelli di carne e psiche? Scelte Coraggiose,Isterismi motivati dall’attaccamento alla propria vita,Spirito di Sopravvivenza,Rassegnazione e la ricerca della Lucidità sono contemporaneamente fuse in un Mix di Stati d’animo che emergono in maniera del tutto naturale attraverso il susseguirsi di avvenimenti e lo scorrere delle Immagini,condite in maniera esemplare,da una colonna sonora (di Massimo Filippini) che ne avvalora il senso. Un lavoro registico davvero Notevole aggiunto alla qualità delle scelte focali di inquadrature,statiche per ragioni di Trama ma non per questo ridondanti. Ottima anche la fotografia (di Angelo Stramaglia) e la struttura d’immagine quasi Retrò ma al passo con le nuove strutture HQ,che tuffano nel passato lo spettatore più nostalgico.L’interpretazione spontanea e naturale di Aylin Prandi gioca una ruolo non da poco e traccia in maniera indelebile la buonissima riuscita dell’opera.
Altamente consigliato a chi vuole un prodotto intelligente sugli Zombie,chi ha una visione aperta al “non solo azione” e non cerca lo scontato Splatter che spesso ricalca la tipologia del Genere.
Di Seguito il Trailer :