Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Rebecca è sulle tracce di sua sorella, una giovane giornalista scomparsa mentre stava indagando su una serie di incresciosi eventi. Le sue ricerche la conducono fino a Timere un luogo remoto in cui vige il rigore del silenzio e il timore di qualcosa di oscuro Qui Rebecca incontrerà Caleb un uomo affascinante, il cui sguardo tenebroso nasconde un agghiacciante segreto. Ed è proprio in questo luogo, il cui tempo sembra muoversi tra le ombre e la minaccia è sempre all’erta, che presto Rebecca verrà a conoscenza di una terrificante verità e la lotta tra bene e male avrà inizio”.
Il lungo percorso artistico di Roberto D’antona non è nuovo a queste pagine e , spesso e volentieri, si è affrontato l’argomento della evidente maturità che, progetto dopo progetto, si faceva sempre più intensa e corposa. Caleb è quasi sicuramente un lavoro lasciato in sospeso nel proprio angolo di anima e tenuto nascosto nell’ombra pronto ad emergere nel momento più opportuno. Momento che, nelle scorse ore, ha preso vita con un rosso sangue talmente acceso da brillare e troneggiare su tutto il panorama Nostrano. CG Entertainment per il supporto fisico e Amazon Prime video su piattaforma Streaming sono i palazzi che custodiscono i segreti di un vampiro ben strutturato e dosato a dovere senza eccedere in virtuosismi poco utilialla causa. Il film si rifà tantissimo al “Dracula” di Francis Ford Coppola (piu’ che al romanzo vero e proprio) sia per scelte stilistiche dei personaggi, sia per la scelta dei colori; spesso freddi e volontariamente incupiti da un grigio incantevole, regalando allo spettatore un atmosfera sinistra e poco rassicurante. La fase interpretativa degli attori è degna del miglior “Family Mode” in cui si percepisce una forte intesa e un aria di totale relax che, rende quasi intima la visione. Questa componente è di grande impatto e si nota specialmente nei movimenti involontari o negli sguardi che si intrecciano tra loro. Scavalcati gli anni 80, in Italia, si è perso l’interesse verso il tema Vampiresco e a poco è servita l’ondata delle creature della notte “brillanti” e con vestiti alla moda. Caleb fa delle atmosfere qualcosa che si è perso nel tempo e fa quasi strano vedere, al giorno d’oggi, un tributo così puro e pieno di passione verso il cinema d’annata. Caleb avvolge nel proprio mantello lo spettatore, seducendolo e rendendo quasi artistica ogni inquadratura. Purtroppo non sempre la fase recitativa e’ al pari passo con l’ambiente che si viene a creare, rendendo forse forzate alcune inclinazioni vocali, creando un sapore quasi amaro a tutto il contorno. Dettaglio che potrebbe passare in secondo ordine ma che, per dovere di cronaca, potrebbe disturbare la visione del “piu’ esigente”. Per grande parte del film la narrazione rimane lineare e, anzi, si permette di allargarsi verso una dietrologia che amplifica la storia, rendendo quasi politiche le scelte del protagonista e approfondendo il proprio rapporto personale con la sua nuova natura. I grandi amori del regista emergono senza troppo sforzi e, ovviamente con le dovute proporzioni, sviscerano negli atti d’amore verso Carpenter, Coppola, Sclavi finendo per Tarantino. Quest’ultimo evidenziato nelle battute finali in quello che reputiamo essere il momento meno alto dell’opera.
Caleb rilancia, se mai ce ne fosse ancora bisogno, il cinema D’Antoniano verso un impennata sicura di se, dei propri umili mezzi e si fa spazio tra le opere da custodire gelosamente se amate al marchio vampiresco. Un genere lasciato nel dimenticatoio in quanto privo di fonti di innovazione. Roberto sfata questo mito e ne fa un piccolo scrigno pieno di ricchezze emotive. Con tutti i suoi Pro e Contro un film da assaporare fino all’ultimo bicchiere che fa del cinema “vita” e , come sappiamo : IL SANGUE E’ VITA.
CAST
Regia: Roberto D’Antona.
Con Roberto D’Antona , Annamaria Lorusso, Francesco Emulo, Alex D’Antona, Natalia Moro.