LASCIATEVI TERRHORRORIZZARE

Terrifier 3 : Art The Clown Pronto a Ridefinire Lo Slasher [RECENSIONE SPOILER]

Articolo a cura di | Alessandro Pesce

 

“Cinque anni sono passati dai fatti raccontati nell’episodio precedente. Sienna, ancora preda di turbe psichiche e in cura presso un ospedale psichiatrico, viene ospitata dagli zii per le festività natalizie, trovando conforto nel loro affetto e nella compagnia della cuginetta Gabbie, con cui ha un rapporto molto profondo. Suo fratello Jonathan, nel frattempo, cerca di dimenticare i traumi del passato dedicandosi agli studi universitari. Solo che il famigerato Art il clown, benché decapitato da Sienna alla fine del film precedente, non è morto e, ripristinata la sua integrità fisica, è pronto a colpire di nuovo in compagnia della demente Victoria, per l’occasione liberata dal manicomio criminale nel quale era rinchiusa. Sienna si ritroverà quindi ancora di fronte alla sua crudele nemesi in un percorso pavimentato di sangue e morti.”

 

L’arte dello Slasher, in tutte le sue infinite e ramificate strade di sottogenere (il ghetto del ghetto all’interno del ghetto) sembra non passare mai di moda. Lo vediamo di continuo con film capaci addirittura di manifestarsi in Mainstream dalle grani distribuzioni. Di questa categoria c’è un gruppo di appassionati che, nella loro follia, decidono di dar vita ad un progetto che va nella direzione opposta, affidandosi ad un personaggio; nato quasi per gioco e senza tante pretese; sotto una forma quasi anarchica. Il contesto migliore per ricevere consensi sempre maggiori, tanti da farne, addirittura, un sequel Stand Alone; nasce così Terrifier. Damien Leone raccoglie quell’eredità lasciata agli archivi (perlomeno storici a livello temporale) da Icone quali Ghostface (metà e fine anni 90) e Victor Crowley (a cavallo nella seconda decade del 2000). Nel panorama dello Slasher mancava qualcosa, qualcuno in grado di generare un movimento quasi generazionale contemporaneo. Art The Clown (interpretato dal geniale David Howard Thorton) nel giro di pochissimi anni ha saputo farsi spazio nell’olimpo dello specifico genere con una semplicità disarmante. Arriva il sequel, ed è subito un successo esplosivo, tanto da arrivare alla giornata del 31 Ottobre 2024 con l’anteprima del Terzo capitolo. Art The Clown è Tornato, più incazzato di prima e, specialmente, ancora più rancoroso nei confronti di qualsiasi essere vivente : nessuna distinzione tra uomini, donne, animali e addirittura bambini. Terrifier 3 non è solo uno Slasher, ma un vero e proprio atto rivoluzionario di questo settore. L’esagerazione di questa affermazione arriva con costruttive constatazioni dedicate al modo in cui agisce sulla psicologia dello spettatore : se, nel corso delle decadi, il “mostro di turno” non veniva “tifato” in modo così entusiasta dal pubblico pagante, Art, è riuscito ad entrare nei cuori dei Fans con grandissima passione, tanto da attendere, non tanto la rivalsa della Final Girl di turno, ma l’esatto opposto. Questa controtendenza di/a voler assistere alle uccisioni nei modi più brutali quasi come attrazione principale, mette il film in una posizione, comoda per certi aspetti e facilmente gestibile, quanto scomoda per intenzioni narrative. Damien Leone, con soli 2 Milioni di Dollari è riuscito a raccontare una storia nella storia, forse non necessaria (e ci arriveremo tra poco) in termini filmici, nel senso più stretto del termine, ma assolutamente indispensabile a quel tipo di pubblico famelico delle interazioni da social network del “nostro” nuovo Eroe dalle bizzarre fattezze da Mimo Clown. Formula che vince, ovviamente, non si cambia, forse. Ed è proprio questo il caso : Terrifier 3 sterza bruscamente verso qualcosa che vorrebbe ma che riesce a tratti. La costruzione di una storia ha senso solo se questa ha fondamenta solide e ben orchestrate; questo terzo atto si muove, forse, troppo lentamente e si cerca di approfondire aspetti caratteriali poco utili alla causa e non sempre gestiti su di una tempistica NON da serie TV. Potrebbe questo però essere anche un vantaggio e, sicuramente questo film ha, esattamente, quelle intenzioni : dare al pubblico pochi punti di riferimento, punti in cui l’action (ovviamente motore della pellicola) arriva in modo quasi improvviso e senza direzioni specifiche. Si può vedere Terrifier sotto diversi aspetti e, carte alla mano, tutte danno ragione allo staff di Leone & C.O. Quei citati 2 milioni di Budget sono stati praticamente riassorbiti SOLO in un giorno di trasmissione e SOLO in Italia; immaginiamo nel resto del mondo, considerando che l’opera tornerà ufficialmente al cinema a partire dal 7 Novembre. Sotto quest’ottica e analizzando con la lente di ingrandimento questo fattore, Terrifier 3 ha vinto su tutti i frangenti : guadagno economico, di visibilità, di movimento social e specialmente di consacrazione definitiva di nuova icona dell’Horror. Piaccia o meno, si elogi o si critichi, Terrifier porta il mondo dello Slasher ad uno Step Successivo (chi lo critica ha comunque dato il proprio, magari anche non richiesto, parere e ciò alza l’algoritmo delle piattaforme, mettendo il lavoro in cima alla catena pubblicitaria). Lauren LaVera, dopo averla apprezzata nel Nostrano The Well (Regia di Federico Zampaglione – Recensione al seguente Link) torna nel ruolo di Sienna con una carico di responsabilità tanto grande quanto profondamente sicuro per via del cooprotagonista, quel maledetto Clown intento a non abbandonare la presa e finire ciò che aveva iniziato, presi quasi per mano in un gioco al massacro dove chiunque potrebbe avere la meglio. I favori del pubblico danno una percentuale maggiore al poco colorato personaggio, mentre il regista mantiene quell’aurea da Classic Slasher lasciando le redini alla bellissima Lauren; risultato un bel pareggio che accontenta tutti. Si ma Terrifier 3 è così brutale come lo si sta dipingendo? la critica lo elogia come uno dei film più brutali di sempre e la stampa riporta addirittura disturbanti scene in sala di proiezione con, addirittura, un pubblico in fuga in preda a rigurgiti e subbugli di stomaco. La verità, diciamocela tutta, sta esattamente al centro e, si, Terrifier 3 è, senza dubbio il più cattivo e spietato della serie, ma anche niente di così estremo come lo si sta definendo. Manovra pubblicitaria? forse, ma neanche tanto così distante dalla relatà; Terrifier 3 ha realmente sequenze fastidiose alla vista e l’abile utilizzo degli effetti pratici (colonna portante di quella caratterizzazione anni 80) ha saputo rendere al meglio tutte le sequenze di sangue (in particolare quella con Victoria intenta a masturbarsi con una scheggia di vetro) creando quell’effetto Shock nello sguardo dello spettatore. Tanta violenza e un Art The Clown sempre più protagonista sono basi sotto una catena di montaggio capace di proseguire quasi all’infinito, resta da capire quanto ancora possa continuare questo viaggio. Damien Leone sembra aver fatto i conti con questa realtà e, infatti, inserisce nel racconto una coo coo protagonista : la piccola meravigliosa Antonella Rose nel ruolo di Gabbie (nipote di Sienna). La sua figura potrebbe risultare quasi come “contorno” alla narrazione, invece potrebbe avere quell’effetto boomerang dove sarà lei a traghettare il pubblico per (magari non il prossimo) altri sequel. La fisionomia e alcuni atteggiamenti ricordano, infatti, una giovanissima Danielle Harris al suo esordio in Halloween 4 e sappiamo bene tutti com’è andata avanti la carriere della splendida Scream Queen cresciuta, non a caso, nel Quens; insomma, Damien Leone sembra avere l’occhio più lungo di quel che ci si immagina e sembra, addirittura,  aver chiare le intenzioni di voler portare avanti il Franchise ancora per tanto, tanto, tempo. Tornando al film, tutto scorre come da copione e chi cerca qualcosa capace di far passare una splendida serata tra amici davanti ad un pizza, questo è il film perfetto. Terrifier 3 è tutto quello che si cerca, con la consapevolezza di non avere niente di elaborato o studiato per far lavorare tanto il cervello. L’horror viene montato e smontato a piacimento con il solo scopo di intrattenere, riuscendoci alla stragrande e regalando una performance di David Howard Thorton quasi epica. Art il Clown lavora indisturbato nel suo percorso fatto di sbudellamenti senza una logica precisa, osservando da vicino le sue vittime e schernendole con un fare talmente bizzarro da renderlo quasi fin troppo simpatico per averne antipatie, tornando, appunto, nel già citato cambio direzionale dei favori del pubblico e generando una speranza di rivederlo nella scena successiva con altri omicidi. Sadismo? no, semplicemente è un personaggio che funziona sotto ogni aspetto e non è un caso proprio il boom di vendite del suo merch per farne cosplay; questo accade quando l’intelligenza della Crew agisce nel giusto momento che il mercato filmico richiede : negli anni 80 c’era Micheal e Jason, Nel 90 Freddy e Ghostface, dal 2016 (circa) Art è nella bocca e nei costumi di ogni fan dell’Horror.

L’Italia si è accorta di questo trend, correndo subito, grazie a Midnight Factory, all’acquisto di trasmissione nei cinema, regalando quel magico momento di intimità con il grandissimo schermo bianco e dipingendolo, attraverso il suo protagonista di punta, di un rosso sangue talmente abbagliante da crearne un vero e proprio caso mediatico. Questo aspetto, non è di certo soggettivo e ci si deve scontrare, piaccia o no, con una realtà che adora questo folle serial killer con una genuinità raramente vista in precedenza.

Il film di natale che tutti vorremo scartare anzitempo e che, come la piccola Gabbie nella pellicola, siamo riusciti a vedere prima del giorno designato. 

Art The Clown è Tornato più sadico che mai e non è pronto ad una ritirata.

Appuntamento al Cinema il 7 Novembre.

♪ Drop On By The Clown Café ♪

 

-OTTIMO secondo il Nostro Particolare Metodo di Valutazione in HORROR STAB-

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