Articolo a cura di | Alessandro Pesce
“Il mondo è devastato da una tremenda peste che sta decimando uno a uno i suoi abitanti. I sopravvissuti si trovano a combattere una battaglia colossale per la sopravvivenza che ha identificato come unica possibile artefice della salvezza Madre Abagail, donna cieca e saggia di 108 anni. Suo antagonista.. il misterioso Uomo nero, Randall Flagg, personaggio maligno e dotato di poteri misteriosi.”
Creare una trasposizione fedele ad un qualsiasi romanzo e/o racconto di Stephen King non è affar semplice. In pochi sono riusciti nell’impresa Titanica e si possono contare, sulle dita di una mano, quelle realizzate con un minimo di decenza. The Stand, serie del 2021 raccolta in 9 Episodi, si colloca esattamente al centro di questo scontro. Una definizione non casuale, in quanto l’intera narrazione si articola su due diverse fazioni : Quella del Bene e Quella del Male. Come un buon racconto dello scrittore di Portland, anche la serie si muove con la tipica lentezza quasi imposta dalle circostanze, non giustificando però alcune scelte stilistiche. Fare parallelismi con il Romanzo “L’Ombra dello Scorpione” viene del tutto fuori luogo e, anche in questo caso, bisogna prendere la serie per la propria forma e cercare di collocare una propria concreta sostanza. Operazione che riesce in parte e che spesso penalizza il vastissimo cast composto da nomi davvero illustri come James Marsden (Stu Redman), Amber Heard (Nadine Cross), Greg Kinnear (Glen Bateman), Odessa Young (Frannie Goldsmith), Henry Zaga (Nick Andros), Whoopi Goldberg (Mother Abagail), Jovan Adepo (Larry Underwood), Owen Teague (Harold Lauder), Brad William Henke (Tom Cullen), Daniel Sunjata (Cobb), Marilyn Manson, Alexander Skarsgård (Randall Flagg), Nat Wolff (Lloyd Henreid), Eion Bailey (Teddy Weizak), Katherine McNamara (Julie Lawry), Hamish Linklater (Dr. Ellis), Heather Graham (Rita Blakemoor), Irene Bedard (Ray Brentner), Luca Batista (Young Nick). L’impatto visivo è di altissimo livello e le ambientazioni sono gestite in tutta la loro magnificenza, attraverso una scelta di luci sempre attenta e selezionate per infondere precisi stati emotivi sulle diverse location. Ogni parte della regia regala allo spettatore una piacevolissima visione, riuscendo a strutturare una trama lineare e scorrevole e caratterizzando i personaggi con gusto ed eleganza. The Stand si muove lentamente su diverse situazioni di Flashback e diverse collocazioni temporali, iniziando a cigolare sulle proprie ossa. Se da una parte troviamo una grande fatica nel dare al pubblico un prodotto visivamente eccelso, dall’altra troviamo una natura che accelera e decelera di continuo, dando un senso di incompiuto alla narrazione proprio nel suo punto più alto. Le varie sterzate, prepotenti, sono collocate esattamente a metà strada, attraverso giochi pirotecnici di girato in cui si fa gran fatica a recepire su quale delle fazioni si fa riferimento. Questa struttura abbassa l’asticella della grammatica del racconto e ci si trova davanti al classico errore che si compie quando si ha come riferimento un Opera tratta da Stephen King : Se nel libro e/o nel racconto c’è una precisa motivazione per la quale si impiega un certo numero di pagine per arrivare da un punto all’altro; questa in ambito cinematografico non sempre giustifica una quantità di minutaggio perso (e mai rientrato in tasca) senza un qual si voglia filo conduttore. Il caotico temperamento narrativo viene asfissiato da una mole di dettagli totalmente inutili e questo stanca la mente, specialmente se collocata in una “Full Immersion”. Questa apnea emotiva rovina quanto di buono si può trovare sia nel reparto attoriale che in quello fotografico e questo è un grandissimo peccato : si è applicato ma avrebbe potuto dare di più. Una frase che, probabilmente, sintetizza questa serie. Ovviamente riassumere ed omettere determinati punti chiave del racconto è, e rimarrà, umanamente impossibile e forse lo scopo degli ideatori Josh Boone & Benjamin Cavell è stato intenzionale; ciò non toglie che tale scelta però sia stata esaustiva. Anche in questo caso il dualismo è un forte tratto marchiato a fuoco e rispecchia, paradossalmente, la natura de “L’ombra dello Scorpione” : il gioco delle parti tra il bianco e il nero. La diversità di pensiero viene riscontrata ed emanata da un sentimentalismo di diversa sensibilità non solo nella trama in se, ma in tutta la propria costruzione con una stabilità caleidoscopica semovente. The Stand offre al pubblico diversi giochi di posizione psicologica e anche un finale totalmente riscritto ad HOC per rendere quanto più Originale un organico solido.
La serie si muove con le proprie tempistiche e ci si deve adattare a questa imposizione. Una volta superato lo scoglio, la navigazione può rendere il viaggio un lungo percorso fatto di intrighi e personaggi completamente differenti, con una propria identità ed un proprio mirato pensiero di conduzione verso un nuovo mondo.
The Stand è ora disponibile in Formato DVD e Bluray da Fan Factory in un Packiging elegante e comodo nella propria struttura interna. Un prodotto che non deve mancare tra i collezionisti delle Opere di King.
SPECIFICHE TECNICHE:
Numero Dischi: 3
Durata: 489 minuti (Extra esclusi)
Formato Video: 2:39 16/9
Formato Audio: Italiano, Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo 5.1 Dolby Digital
Lingue: Italiano, Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo
Sottotitoli: Italiano, Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo + Vari
STAB HORROR ITALY